2010-04-28 15:21:30

L'intervento di padre Lombardi al Seminario dei portavoce della Chiesa: sempre più trasparenti nell'informazione ecclesiale


Un’ampia panoramica sulle funzioni e gli obiettivi della Sala Stampa della Santa Sede: è quella che ha fatto stamani Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ricevendo i partecipanti al settimo Seminario professionale dei portavoce della Chiesa, che si chiude oggi pomeriggio a Roma. Il convegno, intitolato “Comunicazione della Chiesa: identità e dialogo”, è ospitato dalla Pontificia Università della Santa Croce. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

Una porta aperta tra il Vaticano ed il mondo delle comunicazioni sociali: così padre Lombardi ha definito la Sala Stampa della Santa Sede, ricordandone l’essere a servizio dei giornalisti affinché comprendano il magistero pontificio. Una comunicazione, ha ribadito padre Lombardi, che va in due sensi:

 
“Pensiamo di operare nei due sensi: comunichiamo testi, informazioni, documenti della Santa Sede al mondo delle comunicazioni, ma riceviamo anche domande, cerchiamo di capire problemi e interrogativi, per proporre ai nostri superiori nella Santa Sede questioni da affrontare, risposte da dare alle domande”.

 
Il portavoce vaticano si è poi soffermato sull’importanza di un rapporto sereno, obiettivo, disteso con i giornalisti, evitando generalizzazioni:

 
“Io non posso mai dire che i media sono cattivi. Mi sembra un grave errore. Io so che i media rispecchiano tante posizioni e tanti atteggiamenti diversi e anche tante capacità professionali che entrano in dialogo con me, che per me interpretano le attese di un ampio pubblico”.

Ribadendo poi il valore di una fonte affidabile, Padre Lombardi ha ricordato la necessità di una maggiore trasparenza nella comunicazione della Chiesa:

 
“Dare sempre di più l’informazione che noi possiamo e sappiamo dare, in modo tale che si riduca l’impressione che molti hanno, che noi abbiamo una cultura del segreto o delle cose da nascondere”.

Quindi, sulla questione degli abusi sui minori commessi da alcuni religiosi, il direttore della Sala Stampa ha detto:

 
“Credo che sia un argomento che non è affatto da chiudere o da dimenticare, anzi credo che sia nostro compito riuscire a far evolvere la comunicazione nella Chiesa e nella società attorno a noi in una direzione più positiva”.

Padre Lombardi ha infine ricordato gli appuntamenti più rilevanti dell’attività pontificia nei prossimi mesi, tra cui il viaggio di Benedetto XVI in Inghilterra, previsto per settembre, durante il quale il Papa assisterà personalmente alla beatificazione del cardinale John Henry Newman:

 
“È molto interessante. Questo evidentemente significa che la figura di Newman ha un particolare interesse per il Santo Padre, anche perché è l’evento fondamentale nel corso di questo viaggio, che evidentemente desiderava fare e riteneva opportuno fare”.

 
Tra gli altri eventi ricordati da padre Lombardi, anche la GMG di Madrid 2011. Su questo tema, ascoltiamo prof. Yago De La Cierva, responsabile della Conferenza Episcopale Spagnola per questo evento:

R. - La Giornata Mondiale della Gioventù è un’occasione unica per comunicare, non soltanto con i giovani che partecipano alla vita della Chiesa, ma direi soprattutto con quelli che si considerano cattolici, ma che di solito non frequentano la Chiesa, non partecipano, non praticano la loro fede. Quindi, la Giornata mondiale è un’ottima opportunità, per scuotere le coscienze e dire a questi giovani: “Riscoprite quello che state perdendo”.

 
D. – Ciò implica l’uso di un linguaggio semplice?

 
R. – Arrivare a questi giovani implica usare il linguaggio che loro usano. Quindi, noi alla Giornata mondiale di Madrid stiamo usando due strumenti: in primo luogo, le reti sociali, perché è il canale che loro preferiscono. In secondo luogo, sono i giovani a gestire la comunicazione della Giornata mondiale, perché è della gioventù. Quindi il dipartimento di comunicazione della Giornata mondiale è costituito fondamentalmente da giovani, da gente che ha meno di 30 anni, in modo che parlino ai giovani nel loro linguaggio.

 
D. – Quanto sono sensibili i ragazzi al contesto in cui vive la Chiesa oggi?

 
R. – I giovani sono molto sensibili, proprio perché c’è una grandissima ignoranza. Questa ignoranza non va unita ad un disinteresse, perché, semplicemente, la religione, la Chiesa e Gesù Cristo non sono presenti nel loro ambito ordinario di vita. Quindi, forse, sembra un po’ difficile il primo approccio, ma non è così, perché c’è una grande curiosità, soprattutto quando sono i giovani ad avvicinarsi a loro, dicendo: “Avete mai pensato a questo?”. Quindi si crea un dialogo molto interessante.

 
D. – Quindi una buona strategia di comunicazione si basa anche su una buona formazione?

 
R. – Una buona strategia di comunicazione si basa su due elementi molto importanti: il conoscere molto bene il messaggio - e per questo i giovani che lavorano per l’ufficio stampa della Giornata mondiale hanno anche un programma di formazione sulla dottrina cristiana, specialmente nei temi in cui l’opinione pubblica non è così vicina alla Chiesa – e il secondo elemento di questa formazione richiede l’uso dei canali di comunicazione. Quindi, per noi è molto importante che i giovani che collaborano con l’ufficio stampa della Giornata mondiale, abbiano anche un programma di formazione per quanto riguarda l’uso di internet, del web e soprattutto delle reti sociali.

 
D. – Un Convegno come questo può servire, può cambiare veramente la comunicazione della Chiesa?

 
R. – Credo che un Convegno come questo sia un grande aiuto per professionalizzare la comunicazione all’interno della Chiesa. Non ci dovrebbero essere problemi per far diventare la comunicazione di Chiesa un ambito professionale allo stesso livello dell’informazione economica, dell’informazione sportiva, dell’informazione in qualsiasi ambito.







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