2010-04-28 15:59:27

La vocazione francescana oggi nel mondo: giornata di studi a Roma


Incrementare la formazione dei religiosi, suscitare la partecipazione dei laici alle opere di carità e non solo. Aprirsi a nuove forme di missione, contrastare il calo delle vocazioni, riscoprire l’essenzialità della chiamata in una continua creatività. Sono alcuni dei punti chiave emersi nel corso della giornata annuale di studi sul tema: “La vocazione francescana oggi nel mondo”, svoltasi presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Un’occasione per fare il punto sulle sfide urgenti, ma anche sulle risorse della vocazione francescana. C’era per noi Cecilia Seppia.RealAudioMP3

Dal cuore dell’Umbria, fino all’Europa intera, poi l’Africa, l’America Latina, l’Asia: dalle pianure dello Sri Lanka alle vette dell’Himalaya, il messaggio d’amore, pace e giustizia di San Francesco, il suo carisma affascinante, come quello di Santa Chiara, hanno raggiunto gli angoli della terra, attraverso l’annuncio del Vangelo, che è vita e regola, nucleo fondante e imprescindibile della vocazione e della missione di ogni frate minore. Alle soglie del 2010 la grande famiglia francescana, senza mai perdere di vista l’origine, volge gli occhi verso il futuro, individuando in esso il kairòs, quel tempo privilegiato, per agire, per poter essere lievito in una società in cambiamento, attraversata dalla globalizzazione, dalla secolarizzazione e dalle innumerevoli sfide che questi processi determinano. Quale quella più urgente? Paolo Martinelli, Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità.
 
“Credo che la sfida più urgente - che interroghi proprio il carisma originario di Francesco in modo specifico - sia soprattutto questa nuova relazione tra i popoli e tra le culture che sta capitando adesso. Questo intrecciarsi di differenze di popoli, è chiaro che, da una parte, potrebbe irrigidire le diversità e, dall’altra parte, potrebbe essere una grande occasione per capire che si possono istituire dei percorsi di relazione tra le differenze culturali. L’idea stessa di fraternità universale, che San Francesco ha vissuto, è proprio questa idea di poter valorizzare le differenze, facendole incontrare e rendendole feconde tra di loro”.

Tra le altre sfide, anche quella di ovviare al sensibile calo delle vocazioni, problema più ampio che coinvolge purtroppo la Chiesa tutta, con sensibili differenze tra i vari Paesi. Sentiamo padre Nestor Schwerz, Definitore Generale per l’America Latina.

“Noi abbiamo ancora tanti giovani tra di noi. Il carisma francescano attira molti giovani. Proviamo anche il fenomeno di tanti abbandoni e quindi la sfida della formazione, formazione iniziale e permanente. Penso che, ad esempio, qui ci sia la difficoltà di capire bene le nuove generazioni, la loro situazione culturale, personale, familiare e così via. Anche la difficoltà di una testimonianza della nostra forma di vita, che possa essere veramente coerente con il nostro carisma, possa essere convincente. Ci vuole un accompagnamento personalizzato ed anche un’esperienza spirituale molto profonda, un’esperienza di fede”.

Più forte che mai la spiritualità francescana continua ad incontrare culture e linguaggi diversi assumendo così tratti inediti e rinnovando costantemente l’impegno ad una nuova evangelizzazione. Ma più urgente che mai si fa il bisogno di riscoprire il dono della comunione e della fraternità, il saper essere profezia, ovvero anticipatori di un tempo nuovo di salvezza nella Chiesa.







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