Il cardinale Martino spiega l'iniziativa di ricerca sulle cellule staminali adulte
E’ stata lanciata nei giorni scorsi a Roma una iniziativa di ricerca scientifica sulle
cellule staminali adulte, frutto di un accordo tra Stati Uniti e Italia con il contributo
del Vaticano. Al progetto ha partecipato anche il cardinale Renato Raffaele Martino,
presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Irene Lagan lo
ha intervistato:
R. – L’iniziativa
propone la ricerca sulle cellule staminali adulte, prese dall’intestino del paziente,
per curare differenti infermità, come l’Alzheimer ecc. La riunione organizzativa si
è tenuta all’Ospedale del Bambino Gesù di Roma, che ha messo a disposizione i propri
laboratori, in fase di costruzione nell’area della Basilica di San Paolo fuori le
Mura. Come si sa, l’Ospedale Bambino Gesù appartiene al Vaticano e quindi questo è
stato certamente il primo contributo della Chiesa: avere cioè il luogo dove condurre
queste ricerche. C’è poi un altro luogo – a Salerno – dove le ricerche saranno fatte
per combattere la celiachia, sempre con l’aiuto delle cellule staminali adulte. La
Chiesa vuole contribuire al progresso della scienza e della ricerca, ma naturalmente
in difesa della vita sia dei malati, sia evitando che si usino per questa ricerca
le cellule staminali embrionali. Sappiamo bene che quando si utilizza una cellula
staminale embrionale, quello che resta dell’embrione si getta via e, quindi, si distrugge
una vita. Con le cellule staminali adulte, invece, non si ammazza nessun essere vivente!