2010-04-28 15:47:53

Convegno delle Caritas diocesane: aiutare educando a nuovi stili di vita


Proseguono, al Palariviera di San Benedetto del Tronto, i lavori del 34.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane, promosso dalla Caritas Italiana. I partecipanti riflettono sul tema “Educati alla carità nella verità. Animare parrocchie e territori attraverso l’accompagnamento educativo”. Da San Benedetto del Tronto, il servizio della nostra inviata Antonella Palermo:RealAudioMP3

 

Il 2009 è stato un anno “nero” per le famiglie italiane. E’ quanto emerge dall’indagine che le Acli presentano oggi a San Benedetto del Tronto, realizzata dall’Iref (Istituto di Ricerche Educative e Formative) su un campione di 1500 famiglie. I dati dicono che solo il 2,2% di queste ritiene di aver migliorato la propria condizione economica e che il 67,8% è molto preoccupato dall’idea che nel corso del 2010 un proprio familiare possa perdere il lavoro. Il 65,4% delle famiglie intervistate pensa che le strutture territoriali della Caritas debbano continuare a concentrarsi sul dispensare cibo e vestiti alle famiglie bisognose. Ma è sufficiente restare a questo livello di aiuti? Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano è convinto di no. “Bisogna che la Caritas resti nella concretezza - ha affermato nella sua relazione di questa mattina - sapendo però che la materialità non esaurisce il problema. La società odierna – ha detto - si è concentrata troppo sul ‘fare’, ovvero sul consumare, dimenticandosi di ‘agire’, di dare cioè una direzione, un senso alla società". Cosa impariamo dunque dalla crisi?

 

R. – La lezione che la crisi ci dà è molto importante: ci dice sostanzialmente che per quanto sia giusto e fondamentale cercare di sviluppare le nostre capacità tecnologiche, aumentare i livelli di crescita e di benessere, le cose nel mondo, le cose tra gli uomini, non riescono a funzionare bene se si dimenticano gli aspetti che riguardano il senso, il significato e la dimensione spirituale della vita. La crisi ci dimostra che rischiamo sempre di costruire dei castelli di carta, che poi improvvisamente crollano e producono molti guai. Io credo che sia una straordinaria occasione, quella della crisi, per cogliere la sfida che il tempo ci pone - nell’Enciclica di Benedetto XVI è chiaramente indicata – e cioè che noi siamo di fronte ad un materialismo di nuova natura e che aiutare anche materialmente le persone ha senso e ha significato solo all’interno di un discorso più ampio sulla vita e sul significato della nostra esistenza.

 

D. – La parola “educare” è al centro di questo Convegno. Quanto è veramente necessaria e che cosa vuol dire nel concreto del vissuto quotidiano?

 

R. – Credo che voglia dire due cose. La prima, è che ci vuole una nuova educazione ad un nuovo modello di sviluppo e che se non cambiamo i nostri stili di vita, se non educhiamo a nuovi stili di vita, i problemi sociali che abbiamo di fronte agli occhi rischiano di esplodere. Dall’altra parte, la seconda dimensione, è che dare una mano a chi sta peggio, significa certamente aiutare dal punto di vista materiale, ma significa in moltissimi casi aiutare in un percorso educativo a riprendere posto nella società degli uomini e a tornare capaci di essere utili al mondo che ci circonda, a dare il proprio contributo alla costruzione di un mondo migliore.

 

“Siamo tutti come ‘balene spiaggiate’ in Europa - ha sottolineato ancora il prof. Magatti. - che ha posto al centro le ragioni per cui è necessario rilanciare la parola ‘solidarietà’ e il ruolo trainante che la Caritas deve offrire. Il volontariato non restringe la propria libertà perché il illumina le menti sulle contraddizioni di questo tempo; il volontariato serve a non nascondere il lato ‘fallimentare’ della nostra società; ed infine la prossimità a chi ha bisogno aiuta a ritrovare la giusta definizione del desiderio di infinito che abita ciascun individuo”. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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