2010-04-26 15:28:53

Thailandia: le “camicie gialle” chiedono la legge marziale contro le “camicie rosse”


Al termine di un ultimatum di sette giorni dato al primo ministro Abhisit Vejjajiva per prendere misure contro le “camicie rosse” che occupano il centro di Bangkok, le “camicie gialle” hanno annunciato di voler presentare una petizione all'esercito, con cui chiederanno l'applicazione della legge marziale. Questo provvedimento che conseguenze pratiche avrebbe sul già fragile equilibrio del Paese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Stefano Vecchia, raggiunto telefonicamente a Bangkok.RealAudioMP3

R. – A questo punto gli attori non sono più soltanto il governo e le forze armate, la polizia, cui viene delegata l’eventuale repressione della protesta, ma c’è anche una terza forza, e cioè dei gruppi civili contrari alle “camicie rosse”: sono i gruppi filomonarchici nazionalisti, che cercano di far nuovamente sentire la propria voce.
 
D. – Bisogna dire anche che le “camicie rosse” si stanno raggruppando alle porte di Bangkok per impedire ad altri contingenti delle forze di sicurezza di entrare nella capitale. So che ci sono stati già degli scontri ...
 
R. – Esattamente. In diversi posti, alle porte della capitale, ma anche in alcune città delle province del Nord e dell’Est del Paese, che sono le roccaforti delle “camicie rosse”, ci sono stati tentativi – in parte riusciti – da parte delle "camicie rosse", di bloccare contingenti di polizia e di soldati in marcia verso Bangkok. Vi sono stati alcuni scontri; in particolare, la caserma di polizia che era stata accerchiata questa mattina, è stata liberata dalla polizia e i mezzi che erano all’interno, con centinaia di poliziotti, sono partiti verso la capitale.
 
D. – Si parla, da più parti, del pericolo concreto di guerra civile: è un rischio reale o è semplice propaganda delle parti in causa?
 
R. – E’ un rischio concreto. Il timore è una debolezza concreta ad agire da parte del governo e da parte dei vertici delle forze armate. Dall’altra parte, la pressione – appunto – di gruppi lealisti e monarchici che rischia di costringere ad un’azione; oppure, un’altra ipotesi che circola è quella di un nuovo colpo di Stato militare, quindi in pratica una sostituzione del potere civile e dei vertici delle forze armate e a questo punto si aprirebbe la strada alla repressione.
 
Confermato il presidente socialdemocratico Fischer in Austria
Il presidente austriaco Heinz Fischer ha vinto con ampio margine le elezioni presidenziali in Austria: è stato confermato dagli elettori per il secondo mandato con quasi l'80% dei voti. Al secondo posto, ma al di sotto del suo target elettorale, è arrivata la candidata dell'estrema destra, Barbara Rosenkranz, che ottiene il 15,62% dei consensi. I risultati confermano in gran parte i sondaggi della vigilia, compreso quello di un disastroso dato sull'affluenza: un record storico negativo attorno al 49% (salirà di un paio di punti dopo lo spoglio dei voti per corrispondenza), contro il 71,6% alle presidenziali del 2004, quando Fischer, candidato del partito socialdemocratico Spoe, vinse con il 52,39% contro la candidata del partito popolare Oevp, Benita Ferrero Waldner. I risultati definitivi si conosceranno venerdì. Questa volta la Oevp, alleato junior della Spoe nella grande coalizione a Vienna, non aveva presentato un suo candidato. Il terzo candidato, Rudolf Gehring, del Partito Cristiano, ha avuto il 5,44% e di fatto può dire addio alla politica. Il mandato del presidente, eminentemente rappresentativo, dura sei anni e può essere rinnovato due volte. Le presidenziali sono le sole elezioni dirette di una figura istituzionale in Austria.

In Ungheria l’estrema destra avanza, vittoria dei conservatori
Storica vittoria dei conservatori alle elezioni politiche in Ungheria, con parallela avanzata dell'estrema destra di Jobbik, che diventa il terzo partito dietro ai socialisti che hanno perso molti punti. Altro fatto senza precedenti, l'entrata in Parlamento del partito nazionalista Jobbik (che significa "i migliori"): conquista il 16,7% e 48 deputati e diventa la terza forza del Paese. Il partito Fidesz ("giovani democratici"), guidato dall'ex premier, e prossimo venturo, Viktor Orban (47 anni) ha conquistato al secondo turno una maggioranza dei due terzi nel futuro Parlamento a Budapest: un record senza precedenti nella storia dell'Ungheria democratica dal 1989. Riconoscendo la sconfitta, la leader socialista Ildiko Lendvai ha annunciato le sue dimissioni mentre il suo probabile successore, Attila Mesterhazy, ha promesso un’opposizione costruttiva e la rifondazione della sinistra con la nascita di “un nuovo partito democratico, aperto e nazionale”.
In Grecia nuove manifestazioni e scioperi
Ancora situazione critica in Grecia, dove uno sciopero di 24 ore del porto ateniese del Pireo ha paralizzato il trasporto marittimo: si protesta contro il governo che ha tolto le restrizioni al cabotaggio delle navi da crociera battenti bandiera non europea. Secondo il premier Papandreou, l’obiettivo sono maggiori introiti per 800 milioni di euro a beneficio del settore turistico. Domani, paralisi del trasporto urbano contro l'attivazione del pacchetto di aiuti Ue-Fmi, chiesti dal governo. Intanto Francia e Germania ribadiscono di condizionare gli aiuti ad Atene all'attuazione di politiche rigorose. Il ministro delle Finanze tedesco Schauble spiega che la Germania potrebbe opporsi alla richiesta di aiuti se Atene non metterà in atto, nei prossimi anni, una "decisa politica di rigore". Anche stamane la Borsa di Atene ha aperto in ribasso. I rendimenti dei titoli di Stato greci restano ancora sui massimi da 12 anni, dal 1998, dopo che venerdì scorso Atene ha chiesto ufficialmente l'attivazione del pacchetto di aiuti Ue-Fmi da 45 miliardi di euro. Il rendimento dei bond a due anni è salito di 23 punti base all'11,16% e quello dei titoli decennali è salito di 12 punti base all'8,93%.

In Belgio si cerca un accordo per superare la crisi di governo
Entro giovedì prossimo i partiti di maggioranza dovranno raggiungere un accordo politico per rimettere in sesto il fragile governo del Belgio, il Paese che ospita le istituzioni comunitarie e che il prossimo giugno affronterà la presidenza di turno dell'Ue. Dopo le consultazioni di questa fine settimana, il presidente dei liberali francofoni (Mr) e il vicepresidente del governo uscente, hanno convinto i cristiano-democratici, i liberali, i socialisti francofoni e gli ecologisti, a mettersi al tavolo del confronto per cercare una soluzione. In Belgio ciascuna regione vota i suoi partiti di riferimento e l’accordo, se verrà raggiunto, dovrà poi essere votato nella seduta plenaria della Camera.

Jaroslaw Kaczynski si candida a futuro presidente della Polonia
Il leader del partito di opposizione conservatore, Jaroslaw Kaczynski, ha annunciato di volersi candidare alle prossime elezioni del 20 giugno come successore del defunto fratello gemello, Lech Kaczynski, morto il 10 aprile nel disastro aereo di Smolensk, in Russia.

Un morto nell’attentato in Yemen contro l’ambasciatore britannico
Un kamikaze ha cercato di uccidere l'ambasciatore britannico in Yemen, facendosi esplodere al passaggio del convoglio del diplomatico nella capitale Sanaa. L'ambasciatore Timothy Torlot è rimasto illeso, mentre due poliziotti della scorta e un passante sono stati feriti. L'unica vittima è l'attentatore, un giovane che la polizia sta cercando di identificare. “Questo attentato porta l'impronta di Al Qaeda”, ha commentato il ministero dell'Interno in un comunicato. L'attacco è il primo nel Paese dall'inizio dell'anno ed avviene in un momento in cui le forze di sicurezza, con l'appoggio dell'intelligence Usa, hanno sferrato un'offensiva contro i terroristi, con numerosi attacchi aerei contro i loro rifugi. L'organizzazione di Osama Bin Laden è da anni attiva nello Stato arabo, con il nome di "Al Qaeda nella penisola arabica".

Pakistan
Almeno quattro sospetti militanti integralisti islamici sono stati uccisi in un attacco compiuto da un aereo senza pilota americano nel Waziristan settentrionale, nel nord ovest, lungo la frontiera afghana. Lo riferisce la televisione Geo News. Secondo la fonte, il velivolo senza pilota ha lanciato tre missili contro un sospetto covo talebano nell'area di Mir Ali. Quattro persone sono morte sul colpo e diverse sono state ferite. Geo News riporta inoltre che dopo l'attacco “quattro aerei spia hanno compiuto delle ricognizioni in diverse parti della regione”.

Afghanistan
Due esplosioni a poca distanza l'una dall'altra hanno interessato oggi il centro di Kandahar (Afghanistan meridionale), causando la morte di almeno due civili. Intanto, il presidente afghano Hamid Karzai è giunto oggi a New Delhi per una visita di due giorni, durante la quale esaminerà con le autorità indiane le relazioni bilaterali e gli sbocchi possibili della crisi afghana. Karzai, che domani si recherà in Bhutan per partecipare al 16.mo Vertice dei capi di Stato e di governo della Associazione dell'Asia meridionale per la cooperazione regionale (Saarc), ha in programma un incontro con il premier indiano Singh, cui illustrerà nei dettagli il suo piano di riconciliazione nazionale. L'India è impegnata in vari progetti umanitari ed infrastrutturali in Afghanistan e negli ultimi due anni ha subito attentati in territorio afghano costati la vita a 17 cittadini indiani. Kabul e New Delhi divergono in particolare sull'opportunità propugnata da Karzai di associare i talebani al governo, ipotesi che l'India non vede assolutamente di buon occhio.

In Iraq dichiarati non validi i voti attribuiti a 52 candidati
Una commissione irachena per la revisione dei risultati elettorali delle legislative di marzo, ha dichiarato oggi non validi i voti attribuiti a 52 candidati legati al partito Baath. Lo hanno riferito alcuni esponenti politici. L'esito della verifica potrebbe annullare il vantaggio elettorale dell'alleanza sostenuta dai sunniti.

Primo volo commerciale tra Baghdad e Londra dal 1990
Il primo volo commerciale tra Baghdad e Londra da quando l'Onu impose l'embargo all'Iraq nel 1990 è atterrato ieri sera nell'aeroporto londinese di Gatwick. Il volo IA237 della Iraqi Airways - ha riferito il sito Internet dello scalo - è atterrato alle 23.08 locali (le 00.08 in Italia) dopo un viaggio di dieci ore via Malmoe, in Svezia. A bordo c'erano una trentina di passeggeri stranieri e iracheni, fra cui il ministro dei Trasporti Amr Abdel Jabbar Ismail e il direttore generale della compagnia aerea. Il volo, previsto inizialmente per il 16 aprile, era stato rinviato a causa della nube di cenere del vulcano islandese in eruzione.

Secondo giorno di proteste in Arizona contro la nuova legge sull’immigrazione
Per il secondo giorno consecutivo, a Phoenix e in altri centri dell'Arizona sono state organizzate da gruppi per la difesa dei diritti civili manifestazioni di protesta contro la nuova legge sull'immigrazione firmata venerdì scorso dalla governatrice, Jan Brewer. La nuova legge permette alla polizia di fermare e controllare qualsiasi immigrato, anche solo sulla base di un sospetto di presunta clandestinità. Ma - se si applicasse alla lettera la nuova norma - sarebbero a milioni in Arizona (e in altri Stati americani) a dover essere espulsi, nonostante da anni studino o lavorino regolarmente nello Stato. Luis Gutierrez, il rappresentante della Congressional Hispanic Caucus Immigration Task Force, l'assemblea dei parlamentari ispanici d'America, ha definito la legge “una catastrofe”. Parole critiche anche dal sindaco di Phoenix, Phil Gordon, democratico come Gutierrez: “Questa legge è una trappola – ha detto Gordon, intervistato dalla Fox - Basti pensare che, in teoria, permette di trattare come clandestini e anche un nonno o un bambino: se non hanno con sé i documenti sono automaticamente considerati illegali”. Il presidente, Barack Obama, prima ancora che venisse firmata dal governatore, aveva definito la legge dell'Arizona “fuorviante”, sottolineando la necessità che sul tema immigrazione gli Stati Uniti varino una riforma complessiva. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Carla Ferraro) 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 116
 
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