La morte di due polacchi a Napoli evidenzia l’omertà sullo stato di abbandono in cui
versano molti immigrati
Tragedia ieri a Napoli. Un uomo e una donna di origine polacca sono morti nel crollo
della palazzina in via Gianturco nella periferia est della città. Altre due persone
sono state estratte illese dalle macerie, una terza è invece ricoverata in ospedale.
L’edificio era puntellato da tempo, ma nonostante ciò era ricovero di immigrati dell’Europa
Orientale. Immediatamente disposto, dal sindaco Iervolino, il lutto cittadino, che
sarà ripetuto nel giorno del funerale. Sull’accaduto Paolo Ondarza ha intervistato
suor Giuseppina Esposito, responsabile Caritas della zona.
R. – Forse
queste persone non sono abbastanza servite. E’ vero che loro rifiutano, perché non
hanno il permesso di soggiorno e perché mancano leggi adeguate e quindi per loro è
come se si dovessero sempre nascondere … Noi abbiamo le mani legate e non riusciamo
ad offrire loro servizi adeguati, perché non si fidano … D.
– Nel caso specifico, però, si trattava di persone polacche, quindi appartenenti all’Unione
Europea. Per quale motivo c’era questa necessità di nascondersi? R.
– A volte, non avendo un lavoro o avendo anche problemi tipo l’etilismo o altro, loro
preferiscono allontanarsi piuttosto che avvicinarsi e farsi aiutare. D.
– Si sapeva che queste persone vivevano in un edificio così fatiscente? R.
– Tante persone sanno. Anche le istituzioni lo sanno. Però, c’è un po’ di omertà.
Non si denunciano, certe cose. Poi, diciamo anche che queste persone ci vanno di notte,
quando nessuno le vede per cui diventa anche difficile sapere che ci sono … Ma è anche
vero che forse non c’è una reale volontà politica di fare qualcosa in più! D.
– Ce ne sono altri, di edifici di questo tipo? R. – Nella zona
di Gianturco sì, ce ne sono vari. D. – Secondo lei, quale potrebbe
essere la giusta misura? Non so, ad esempio la demolizione di questi edifici … R.
– La demolizione, ma anche una ristrutturazione, una vigilanza perché queste strutture
non vengano abitate, anche se di notte, da queste persone … D.
– Stiamo parlando, comunque, di una delle arterie principali della città, quindi in
realtà sotto gli occhi di tutti … R. – Purtroppo, sì! Io penso
che il pubblico e il privato, e anche la Chiesa, dovrebbero ragionare di più per trovare
soluzioni a questi problemi, e investire di più anche a livello economico. Ci vuole
personale qualificato e la volontà di risolvere il problema, e non piangere dopo:
è capitato, pazienza! D. – Perché il rischio è proprio questo:
da una parte è lodevole che sia stato proclamato il lutto cittadino, però, purtroppo,
sembra quasi un copione, no? Succedono queste cose, lutto cittadino e poi, purtroppo,
si ripetono … R. – Al di là del lutto cittadino, che è ammirevole,
io auspicherei veramente che il pubblico e il privato e la Chiesa continuino a riflettere,
per arrivare a soluzioni concrete. Investire, per dare una mano a questi nostri fratelli.