La Lev ripropone il libro di don Gnocchi "Restaurazione della persona umana"
“Nell’uomo non esiste dicotomia. Non c’è corpo da una parte e anima dall’altra: c’è
la vita umana, un tutto organico inseparabile”. E’ una delle affermazioni che don
Carlo Gnocchi, proclamato Beato il 25 ottobre 2009, scrive nel suo libro riedito dalla
Libreria Editrice Vaticana, dal titolo “Restaurazione della persona umana”. Il volume,
originariamente pubblicato nel 1946, nell’immediato dopoguerra, ci permette di rileggere
la figura di questo nuovo Beato, “seminatore di speranza”, come affermava Giovanni
Paolo II, “incarnazione viva delle Beatitudini evangeliche”. Il servizio è di Cecilia
Seppia:
Quando la
bufera immane della guerra era ormai alle spalle e la gente scossa dagli orrori del
nazismo aveva appena cominciato a riedificare case, chiese e scuole sulle macerie
dei bombardamenti, don Carlo Gnocchi volle lanciarsi allora, in una più grande e ardua
impresa: ricostruire la persona umana, sintesi perfetta di corpo e spirito, rifare
l’uomo da capo a cominciare da Dio. Mons. Angelo Bazzari,
presidente della Fondazione Don Gnocchi:
“L’esperienza
che lo ha portato non solo come pensiero ma anche come azione ad interessarsi alla
persona umana, lo ha portato ad avere una concezione integrale e totale della persona.
Per cui, la stessa restaurazione o riabilitazione per lui non è solo una riattivazione
di un organo o un recupero della funzionalità di un membro del corpo ma è di tutta
la persona”.
Ritrovare il centro della persona è
il filo rosso che attraversa questo libro, ma nel volume, l’apostolo dei "mutilatini",
lancia un monito a combattere la superficialità, il frammentarismo della vita, la
perdita dei valori, la disonestà pubblica e privata e tutti quei mali sociali che
ancora oggi annientano la vita dell’uomo. Una lettura di un’attualità sconcertante
che sembra rivolgersi prevalentemente ai giovani, ancora mons. Bazzari:
“Questo
recupero della persona umana non ce l’ha soltanto rispetto alla riabilitazione ma
c’è anche rispetto al recupero sociale. Infatti dice: terapia del corpo e dell’anima.
E’ stato un uomo vero, autentico. Un sacerdote direi esemplare, un formidabile educatore
non tanto per la declinazione dei principi non negoziabili ma per le esperienze che
lui ha cercato di fare con i suoi giovani, mettendoci il volto, la sua faccia e tentando
di guardare al futuro. Per cui, i giovani lo hanno seguito. Credo che se c’è una caratteristica
che don Gnocchi ha realizzato è proprio questa: ha sempre cercato Dio fra gli uomini".
Tra
le pieghe di queste pagine, sotto l’influsso delle tesi di Jaques Maritain sulla restaurazione
della persona umana, mentre Hegel si incrocia con Freud, Sant’Agostino con Pascal
in un tessuto di rimandi sorprendenti, nitido emerge il volto di Don Gnocchi, questa
luminosa figura del clero milanese, secondo le parole di Benedetto XVI, a cui la Chiesa,
ancora una volta guarda come modello da imitare: colui che ha offerto agli ultimi,
assistenza e formazione, donando tutto se stesso fino alla fine, servo per amore sull’esempio
di Cristo.