La Grecia ricorre al piano di aiuti di 45 miliardi di euro varato da Ue e Fmi
Il primo ministro greco, Giorgio Papandreou, ha annunciato ufficialmente questa mattina
la richiesta di aiuti multilaterale a Unione Europea e Fondo monetario internazionale
(Fmi). Il progetto ha già portato a un forte rialzo delle contrattazioni alla Borsa
di Atene. Il servizio di Marco Guerra:
Ricorrere
al meccanismo di sostegno Ue-Fmi per 45 miliardi di euro risponde ad “un imperativo
nazionale” di fronte all'assalto della speculazione. In un discorso trasmesso dall'isola
di Kastelorizo, dove si trovava in visita, il premier Papandreou ha spiegato alla
nazione la decisione di incaricare il ministro delle finanze Papaconstantinou di procedere
all'attivazione del meccanismo di aiuto. “È nostro dovere assumere qualsiasi decisione
che impedisca il peggio” per il popolo greco, ha quindi sottolineato Papandreou,
ammettendo che il governo di Atene aveva sperato che la “risposta forte da parte dell'Unione
Europea” sarebbe stata sufficiente per continuare a prendere in prestito a tassi di
interesse più bassi. Ma così non è andata e in questi giorni i mercati non hanno risposto
per “continuare a speculare”, il che – secondo il primo ministro greco – ha accresciuto
non solo i tassi di interesse ma anche la difficoltà di raccogliere prestiti. L’accelerazione
della crisi in Grecia arriva ad un mese dall'annuncio del piano di salvataggio Ue-Fmi
e all’indomani del "giovedì nero" di Atene cominciato a Bruxelles, dove in mattinata
Eurostat aveva lanciato un nuovo allarme sul deficit del 2009, stimandolo ad un 13,6%,
cifra più elevata del previsto. E alla pessima la reazione dei mercati è poi seguito
l’intervento Moody's, che ha deciso di abbassare da A2 ad A3 il rating del
Paese ellenico.
Iraq Nuova giornata di violenze
in Iraq. È di 67 morti e oltre 100 feriti il bilancio di almeno cinque autobombe esplose
stamane a Sadr City, principale quartiere sciita di Baghdad, nei pressi di moschee
e mercati. Nella stessa giornata, altri sei ordigni sono esplosi nella città di Khalidiya,
ad ovest di Bagdad, nella provincia di Anbar, uccidendo sette persone e ferendone
altre dieci. Le vittime appartenevano tutte alla stessa famiglia. Gli esplosivi erano
stati posti nei pressi delle abitazioni di giudici e di funzionari di polizia.
Medio
Oriente È terminato nella tarda mattinata l'atteso incontro tra il ministro
della Difesa israeliano, Ehud Barak, e l'inviato Usa in Medioriente, George Mitchell.
Sul risultato del vertice, durato un'ora e svoltosi nella base militare di Kirya a
Tel Aviv, non sono stati diffusi dettagli. Più tardi, Mitchell incontrerà il primo
ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha intanto proposto la creazione di uno
Stato palestinese con confini provvisori. Nel tardo pomeriggio, l'inviato Usa sarà
a Ramallah per incontrare il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp),
Abu Mazen (Mohmoud Abbas), e il primo ministro, Salam Fayyad.
Thailandia Sempre
tesissima la situazione nel centro di Bangkok, in Thailandia, dove si sta svolgendo
la grande manifestazione del movimento filomonarchico, che riprende la retorica delle
"camicie gialle" anti-Thaksin. Nelle prossime ore, potrebbe incrociare le barricate
alzate dalle “camicie rosse”, che da giorni occupano il centro finanziario della capitale,
chiedendo le dimissioni del premier Vejajiva, e che poche ore fa hanno ricevuto nella
loro sede operativa la visita di alcuni ambasciatori stranieri. Intanto, l’esercito
sta mettendo a punto uno speciale piano di intervento per riportare la calma in città.
Le manifestazioni di oggi giungono a poche ore dalle cinque esplosioni che hanno causato
nella notte almeno un morto e 86 feriti. Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
a Bangkok Stefano Vecchia, che sta seguendo da vicino le proteste:
R. – In questo
momento, sono di fronte alla barriera delle “camice rosse”, davanti a Ceylon Road.
Verso l’una, una manifestazione abbastanza limitata di oppositori, di “camice rosse”,
era passata per la Ceylon Road e poi era scomparsa per andare ad unirsi alla grande
manifestazione iniziata alle quattro nel Parco di Sanam Luang. In questo momento,
davanti alle barricate, si è schierata la polizia e probabilmente i manifestanti che
si sono radunati nel Parco stanno arrivando da questa parte. E' probabile che la Polizia
cercherà di mettersi in mezzo per evitare uno scontro diretto.
D.
– Il governo, tra l’altro, ha dichiarato questa mattina che i terroristi responsabili
delle violenze e dei disordini, che hanno provocato in totale 26 morti questo mese,
potranno essere condannati alla pena capitale. Come è stata accolta questa notizia?
R.
– Diciamo che almeno al momento – per quanto io ne so – non è stata commentata. L’attenzione
è sui fatti di queste ore. La situazione sta evolvendo ed evidentemente queste persone
potranno eventualmente essere giudicate da questo governo, se esso riuscirà a tenere
il potere dopo gli eventi che accadranno di qui a poche ore o al massimo, in un paio
di giorni.
Irlanda del Nord In Irlanda del
Nord, torna la violenza. Una bomba è esplosa ieri sera davanti un posto di polizia
a Newtownhamilton. Tre persone sono rimaste ferite. E’ il secondo attentato in poche
settimane in Irlanda del Nord dopo il passaggio di consegne dei poteri giudiziari
da Londra a Belfast.
Kirghizistan La Russia respinge la volontà del
deposto presidente del Kirkizistan, Bakiev, di rivendicare la sua posizione a guida
dello Stato. “Il documento delle sue dimissioni non può essere rinnegato da una dichiarazione
verbale”, dicono le autorità di Mosca. Bakyev, deposto e costretto alla fuga da una
sommossa dell'opposizione il 7-8 aprile scorsi, e riparato poi nella capitale bielorussa
Minsk, ieri ha dichiarato di non riconoscere le sue stesse dimissioni, chiedendo ai
leader internazionali di non riconoscere i nuovi leader kirghizi.
Gran Bretagna Secondo
confronto televisivo fra i tre candidati premier in Gran Bretagna, in vista delle
prossime elezioni politiche del 6 maggio. Gli aspiranti – Nick Clegg, leader dei Liberaldemocratici
inglesi, David Cameron, candidato conservatore e Gordon Brown, premier laburista –
si sono confrontati in trasmissione su diversi temi urgenti, in particolare su politica
estera, Europa, cambiamenti climatici, e immigrazione. Divisi i sondaggi: alcuni istituti
demoscopici danno in testa il conservatore Cameron contro altri che annunciano la
vittoria del liberaldemocratico Clegg.
Obama riforma finanza Una
riforma finanziaria radicale per evitare una nuova crisi economica. E’ quanto ha chiesto
il presidente americano, Barack Obama, parlando ieri a New York. Il capo della Casa
Bianca cerca di voltare pagina sulle difficoltà del momento, coinvolgendo nel cambiamento
l’opposizione repubblicana, banche e operatori economici. Da New York, Elena Molinari:
“Non un’invettiva,
ma un appello”: Barack Obama sbarca a Wall Street per chiedere ai banchieri americani
di non ostacolare una riforma finanziaria che permetterebbe di evitare un’altra crisi.
L’obiettivo di Obama è spingere i Repubblicani in Congresso ad un voto favorevole
su una riforma che introdurrebbe nuove regole nel modo di fare finanza e che aspetta
la prossima settimana il varo del Senato. “Non dobbiamo ignorare la lezioni di questa
crisi – ha proseguito Obama – il che è esattamente quello che accadrà, se lasceremo
passare questo momento”. Obama non ha risparmiato critiche a Wall Street, accusandola
di essersi arricchita, ignorando ogni possibile conseguenza. “Questa carenza di responsabilità
– ha detto – ci ha quasi trascinato verso una seconda depressione”. La legge, sponsorizzata
dalla Casa Bianca, impedirebbe alle banche di crescere oltremodo, di assumere rischi
eccessivi nei loro investimenti, mentre le costringerebbe ad usare strumenti finanziari
più trasparenti e a dare maggiore controllo e potere ai loro clienti, nel decidere
anche le paghe dei loro manager.
Haiti Annunciato l’ultimo bilancio
del devastante terremoto di Haiti del 12 gennaio scorso. Sono tra 250 mila e 300 mila
le vittime del sisma, secondo quanto pubblicato in un rapporto delle Nazioni Unite
presentato ieri a Port-au-Prince.
Italia politica "Siamo davanti
ad un crollo verticale del governo e probabilmente della fine di un'alleanza, quella
tra Pdl e Lega''. Così il leader del Carroccio, Umberto Bossi, in un’intervista a
quotidiano La Padania, pubblicata all'indomani della rottura tra Silvio Berlusconi
e Gianfranco Fini. I nodi emersi ieri sono di nuovo stati affrontati questa mattina
in un incontro che Bossi e i ministri della Lega hanno avuto con Berlusconi al termine
del Consiglio dei ministri. Subito Dopo, il premier si è riunito con i ministri Pdl
ex Alleanza Nazionale. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Carla
Ferraro)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 113 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.