I leader religiosi australiani respingono l’ipotesi di una Carta nazionale dei diritti
umani
I leader religiosi della Chiesa cattolica insieme con anglicani, musulmani, indu e
rappresentanti della fede ebraica, hanno appoggiato la decisione del governo federale
australiano di rifiutare una proposta relativa ad una Carta nazionale dei Diritti
Umani. L’approvazione di una Carta per i Diritti Umani creerebbe troppe discordanze
politiche, si legge in una recente nota del procuratore generale, Robert McClelland,
al National Press Club di Canberra. “Una carta legislativa dei diritti non è attualmente
compresa nel disegno di legge” ha aggiunto, spiegando che “il governo sostiene che
il rafforzamento dei diritti umani dovrebbe essere fatto in modo da unire piuttosto
che dividere le nostre comunità.” La mossa di posticipare l’idea di una Carta dei
diritti umani, almeno fino al 2014, è stata approvata con sollievo dal fondatore e
presidente dell’Ambrose Centre for Religious Liberty, Rocco Mimmo. L’organo consultivo
dell’Ambrose Centre include l’arcivescovo di Sydney, cardinale George Pell; l’arcivescovo
anglicano di Sydney, Peter Jensen; il rabbino capo della Grande Sinagoga, Jeremy Lawrence;
Haset Sali, membro dell’Australian Federation of Islamic Councils; il leader indu,
Gambhir Watts e il leader buddista, My-Van Tran. Anche l’Australian Christian Lobby
ha approvato la decisione evidenziando che i Cristiani hanno profondamente a cuore
la causa dei diritti umani, in particolare di quelli delle persone più vulnerabili,
sostenendo inoltre la decisione del Governo di concentrarsi più su una campagna educativa
nazionale sui diritti umani piuttosto che su una Carta dei Diritti Umani. (R.P.)