Bloccata la ratifica dell'accordo sulla riconciliazione tra Turchia e Armenia
Brusco stop alla ratifica dell’intesa di riconciliazione tra Armenia e Turchia. Lo
hanno annunciato i tre partiti di maggioranza del Parlamento di Erevan che accusano
Ankara di allungare eccessivamente i propri tempi parlamentari. I due Protocolli firmati
in Svizzera il 10 ottobre scorso prevedono l’apertura di relazioni diplomatiche e
la riapertura delle frontiere tra i due Paesi, divisi da quasi un secolo sulla questione
dei massacri degli armeni avvenuti ai tempi dell’Impero ottomano. Proprio domani,
infatti, l’Armenia commemora con una Giornata della memoria quel dramma storico. Su
questa nuova crisi tra Turchia e Armenia, Stefano Leszczynski ha intervistato
Marco Tosatti, vaticanista del quotidiano La Stampa ed esperto dei rapporti
tra i due Paesi:
R. – Questo
accordo, che avevano impostato Turchia e Armenia, prevedeva una serie di procedure
all’interno dei vari Paesi. L’Armenia, quindi, aveva portato questo Accordo - che
naturalmente non era stato raggiunto senza contrasti e senza oppositori - di fronte
al Parlamento. Da parte della Turchia, invece, non c’era stato nessun avvio di questo
genere; in vista di questo e in considerazione del fatto che per avviare tutti i discorsi
il presidente turco continuava a porre delle pre-condizioni, tra cui in particolare
quella di risolvere la questione tra Armenia e Azerbaigian relativa al Nagorno-Karabakh,
che non era uno dei punti dell’Accordo, ad un certo punto c’è stata una richiesta
da parte di tutti i partiti (armeni) di congelare questo processo di pacificazione,
fino a che le condizioni non fossero cambiate.
D.
– Molti analisti, tuttavia, non leggono questo congelamento dell’accordo come una
particolare rottura: viene visto come qualcosa che si può comunque sanare …
R.
– Sicuramente è una questione transitoria: io credo che l’Armenia l’abbia fatto, in
realtà, per cercare di spingere le autorità turche a muoversi in maniera più attiva
all’interno del Paese, per portare alla luce, appunto, le procedure necessarie al
processo di pacificazione. Io credo che sia stato questo uno dei motivi, se non il
motivo principale, per evitare che questo Accordo conclamato si fermasse lì, senza
alcun effetto pratico.
D. – Quali sono i vantaggi
che deriverebbero da un accordo del genere per entrambe le parti?
R.
– Sicuramente per quel che riguarda l’Armenia ci sarebbe l’apertura delle frontiere,
per cui un collegamento più diretto con l’Europa; per quel che riguarda la Turchia,
naturalmente ci sarebbe il vantaggio di una stabilizzazione dei rapporti con questo
Paese, che è stata richiesta sia dagli Stati Uniti sia dall’Unione Europea, e di conseguenza
vantaggi a livello internazionale, decisamente importanti. E naturalmente, poi, una
ricaduta positiva anche in politica interna: sappiamo che la politica interna turca
è sempre piuttosto turbolenta e ogni cosa che da un punto di vista internazionale
possa portarle del positivo, ha un riverbero immediato anche all’interno.