2010-04-23 14:25:50

Bloccata la ratifica dell'accordo sulla riconciliazione tra Turchia e Armenia


Brusco stop alla ratifica dell’intesa di riconciliazione tra Armenia e Turchia. Lo hanno annunciato i tre partiti di maggioranza del Parlamento di Erevan che accusano Ankara di allungare eccessivamente i propri tempi parlamentari. I due Protocolli firmati in Svizzera il 10 ottobre scorso prevedono l’apertura di relazioni diplomatiche e la riapertura delle frontiere tra i due Paesi, divisi da quasi un secolo sulla questione dei massacri degli armeni avvenuti ai tempi dell’Impero ottomano. Proprio domani, infatti, l’Armenia commemora con una Giornata della memoria quel dramma storico. Su questa nuova crisi tra Turchia e Armenia, Stefano Leszczynski ha intervistato Marco Tosatti, vaticanista del quotidiano La Stampa ed esperto dei rapporti tra i due Paesi:RealAudioMP3

R. – Questo accordo, che avevano impostato Turchia e Armenia, prevedeva una serie di procedure all’interno dei vari Paesi. L’Armenia, quindi, aveva portato questo Accordo - che naturalmente non era stato raggiunto senza contrasti e senza oppositori - di fronte al Parlamento. Da parte della Turchia, invece, non c’era stato nessun avvio di questo genere; in vista di questo e in considerazione del fatto che per avviare tutti i discorsi il presidente turco continuava a porre delle pre-condizioni, tra cui in particolare quella di risolvere la questione tra Armenia e Azerbaigian relativa al Nagorno-Karabakh, che non era uno dei punti dell’Accordo, ad un certo punto c’è stata una richiesta da parte di tutti i partiti (armeni) di congelare questo processo di pacificazione, fino a che le condizioni non fossero cambiate.

 
D. – Molti analisti, tuttavia, non leggono questo congelamento dell’accordo come una particolare rottura: viene visto come qualcosa che si può comunque sanare …

 
R. – Sicuramente è una questione transitoria: io credo che l’Armenia l’abbia fatto, in realtà, per cercare di spingere le autorità turche a muoversi in maniera più attiva all’interno del Paese, per portare alla luce, appunto, le procedure necessarie al processo di pacificazione. Io credo che sia stato questo uno dei motivi, se non il motivo principale, per evitare che questo Accordo conclamato si fermasse lì, senza alcun effetto pratico.

 
D. – Quali sono i vantaggi che deriverebbero da un accordo del genere per entrambe le parti?

 
R. – Sicuramente per quel che riguarda l’Armenia ci sarebbe l’apertura delle frontiere, per cui un collegamento più diretto con l’Europa; per quel che riguarda la Turchia, naturalmente ci sarebbe il vantaggio di una stabilizzazione dei rapporti con questo Paese, che è stata richiesta sia dagli Stati Uniti sia dall’Unione Europea, e di conseguenza vantaggi a livello internazionale, decisamente importanti. E naturalmente, poi, una ricaduta positiva anche in politica interna: sappiamo che la politica interna turca è sempre piuttosto turbolenta e ogni cosa che da un punto di vista internazionale possa portarle del positivo, ha un riverbero immediato anche all’interno.







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