2010-04-22 16:20:09

Usa: una sconfitta e una vittoria sull'aborto in Kansas e in Nebraska


Una decisione che indica che “qualcosa non va nel Kansas e in particolare in chi lo governa”. È il severo giudizio espresso dai vescovi dello Stato americano sul recente veto opposto dal Governatore Mark Parkinson a una proposta di legge rivolta a limitare il ricorso all’aborto a gravidanza avanzata. L’attuale legge statale permette di praticare aborti anche dopo la 20.ma settimana, quando il feto potrebbe sopravvivere fuori dal grembo materno, nel caso di pericolo per la vita o la salute della madre. La proposta di legge – riferisce l’agenzia Cns - introduceva l’obbligo per i medici che praticano un’interruzione di gravidanza in fase avanzata di specificare il motivo del ricorso a questa procedura particolarmente cruenta. Il Governatore Parkinson l’ha respinta in quanto, a suo dire, si tratta di una “decisione privata” che “non può essere imposta dalle autorità pubbliche”. Forte il commento della Conferenza cattolica del Kansas, che era scesa in campo a sostegno del provvedimento. “Il Kansas si è conquistato la fama di essere un luogo particolarmente ospitale per gli abortisti specializzati in questi raccapriccianti aborti in fase avanzata che altri Stati non permettono”, afferma una nota. “Esso è diventato la destinazione preferita di tutti coloro che vogliono praticare un aborto dopo il limite massimo per una ragione qualsiasi: basta affermare che un aborto a gravidanza avanzata è necessario per motivi medici senza dare ulteriori spiegazioni”. Di segno opposto alla decisione del Governatore del Kansas è stata la decisione di quello del Nebraska Dave Heineman che nei giorni scorsi ha invece firmato due proposte di legge per regolamentare in modo più restrittivo l’aborto. La prima prevede l’obbligo per i medici di sottoporre a screening preventivo le donne che chiedono di interrompere la gravidanza per evitare successive complicanze fisiche e mentali. La seconda proposta vieta di praticare aborti dopo la ventesima settimana dal concepimento, limitando l’autorizzazione a superare questo limite solo ai casi accertati di rischio di morte o di gravi danni fisici alla madre. Grande soddisfazione per il felice esito dei due provvedimenti è stata espressa da Greg Schleppenbach, responsabile per la pianificazione delle attività pro-vita della Conferenza cattolica del Nebraska che insieme ad altri movimenti pro-vita ha contribuito alla loro stesura. (L.Z.)







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