2010-04-22 15:19:58

Raccolte in un libro le meditazioni di don Enrico Dal Covolo per gli esercizi spirituali quaresimali cui ha partecipato il Papa


E’ stato presentato a Roma il libro che raccoglie le meditazioni del sacerdote salesiano don Enrico Dal Covolo per gli esercizi spirituali del Papa e della Curia Romana all’inizio della Quaresima nel febbraio scorso. Il volume, intitolato “In ascolto dell’Altro. Esercizi spirituali con Benedetto XVI”, è stato pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Marina Tomarro ha intervistato lo stesso don Enrico Dal Covolo partendo dal titolo del libro:RealAudioMP3

R. – Il titolo del libro nasce dalle parole stesse del Santo Padre Benedetto XVI. Al termine degli esercizi spirituali ha accolto in questa espressione, "in ascolto dell’altro", la linea conduttrice di tutti gli esercizi spirituali. Per questo abbiamo scelto di metterlo proprio come titolo del volume.

 
D. – Questo libro si apre con la citazione “Donami, Signore, un cuore in ascolto”. Cosa vuol dire “un cuore in ascolto”?

 
R. – Esattamente questa è la preghiera di Salomone all’inizio del suo regno, tradotta alla lettera. Perché purtroppo le Bibbie in lingua moderna non traducono per lo più esattamente, traducono “il cuore docile” oppure “il cuore obbediente”. Invece è proprio “il cuore in ascolto”, che indica un atteggiamento religioso specifico, che è quello di colui che intende mettersi in profonda disponibilità davanti a Dio.

 
D. – Il Papa, nel ringraziarla di queste mediatzioni, mette in evidenza la grazia dell’essere sacerdoti. Che cosa vuol dire allora “la grazia di essere sacerdoti” oggi, e naturalmente, anche il compito di portarla avanti?

 
R. – La prima tappa di ogni storia di vocazione sia di un sacerdote, sia di un consacrato, sia di un laico è sempre la grazia di Dio: è Lui che chiama, è Lui che sceglie, è Lui che consacra. Quindi, da questo punto di vista senz’altro la grazia di essere sacerdote la dà Lui. Nel caso specifico, il sacerdote è proprio rappresentante del Signore lungo la storia che scorre, ed è una grazia, da una parte e, dall’altra, anche un impegno che fa tremare le vene nei polsi. Oggi, poi, direi che essere sacerdote – sacerdote santo – è veramente una sfida perché l’ambiente culturale molte volte non aiuta. Quindi, qual è il desiderio profondo, l’aspirazione che emergono da queste pagine? Che il sacerdote riscopra la passione di essere quello che è chiamato ad essere, cioè uno capace di donare la sua vita senza risparmio per Gesù, per la sua Chiesa, per gli altri.

 
D. – Questo itinerario spirituale è rivolto soltanto ai sacerdoti o può essere rivolto anche ai laici?

 
R. – E’ rivolto innanzitutto ai sacerdoti ma può essere rivolto anche ai laici, perché – appunto – le tappe dei racconti biblici di storie di vocazioni sono comuni, valgono per ogni racconto di storia di vocazione: chiamata, risposta, missione, dubbio, conferma rassicurante da parte di Dio, sono le tappe tipiche di ogni storia di vocazione.







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