Raccolte in un libro le meditazioni di don Enrico Dal Covolo per gli esercizi spirituali
quaresimali cui ha partecipato il Papa
E’ stato presentato a Roma il libro che raccoglie le meditazioni del sacerdote salesiano
don Enrico Dal Covolo per gli esercizi spirituali del Papa e della Curia Romana all’inizio
della Quaresima nel febbraio scorso. Il volume, intitolato “In ascolto dell’Altro.
Esercizi spirituali con Benedetto XVI”, è stato pubblicato dalla Libreria Editrice
Vaticana. Marina Tomarro ha intervistato lo stesso don Enrico Dal Covolo
partendo dal titolo del libro:
R. – Il titolo
del libro nasce dalle parole stesse del Santo Padre Benedetto XVI. Al termine degli
esercizi spirituali ha accolto in questa espressione, "in ascolto dell’altro", la
linea conduttrice di tutti gli esercizi spirituali. Per questo abbiamo scelto di metterlo
proprio come titolo del volume.
D. – Questo libro
si apre con la citazione “Donami, Signore, un cuore in ascolto”. Cosa vuol dire “un
cuore in ascolto”?
R. – Esattamente questa è la preghiera
di Salomone all’inizio del suo regno, tradotta alla lettera. Perché purtroppo le Bibbie
in lingua moderna non traducono per lo più esattamente, traducono “il cuore docile”
oppure “il cuore obbediente”. Invece è proprio “il cuore in ascolto”, che indica un
atteggiamento religioso specifico, che è quello di colui che intende mettersi in profonda
disponibilità davanti a Dio.
D. – Il Papa, nel ringraziarla
di queste mediatzioni, mette in evidenza la grazia dell’essere sacerdoti. Che cosa
vuol dire allora “la grazia di essere sacerdoti” oggi, e naturalmente, anche il compito
di portarla avanti?
R. – La prima tappa di ogni storia
di vocazione sia di un sacerdote, sia di un consacrato, sia di un laico è sempre la
grazia di Dio: è Lui che chiama, è Lui che sceglie, è Lui che consacra. Quindi, da
questo punto di vista senz’altro la grazia di essere sacerdote la dà Lui. Nel caso
specifico, il sacerdote è proprio rappresentante del Signore lungo la storia che scorre,
ed è una grazia, da una parte e, dall’altra, anche un impegno che fa tremare le vene
nei polsi. Oggi, poi, direi che essere sacerdote – sacerdote santo – è veramente una
sfida perché l’ambiente culturale molte volte non aiuta. Quindi, qual è il desiderio
profondo, l’aspirazione che emergono da queste pagine? Che il sacerdote riscopra la
passione di essere quello che è chiamato ad essere, cioè uno capace di donare la sua
vita senza risparmio per Gesù, per la sua Chiesa, per gli altri.
D.
– Questo itinerario spirituale è rivolto soltanto ai sacerdoti o può essere rivolto
anche ai laici?
R. – E’ rivolto innanzitutto ai sacerdoti
ma può essere rivolto anche ai laici, perché – appunto – le tappe dei racconti biblici
di storie di vocazioni sono comuni, valgono per ogni racconto di storia di vocazione:
chiamata, risposta, missione, dubbio, conferma rassicurante da parte di Dio, sono
le tappe tipiche di ogni storia di vocazione.