2010-04-22 16:08:14

Presentato ai Musei Vaticani l'Evangeliario di San Marco


Un’opera di grande valore artistico, un passo avanti nella conoscenza di uno dei capitoli della storia della Chiesa. Si tratta dell’Evangeliario di San Marco, presentato ieri ai Musei Vaticani. Il servizio di Alessandra De Gaetano:RealAudioMP3

Custodito oltre il tempo e lo spazio da un rivestimento in argento dorato, che vanta la fattura dell’oreficeria veneziana, raffigurante scene dell’evangelizzazione di San Marco, l’Evangeliario del Santo - conteso per lungo tempo tra Venezia e Aquileia, che con esso voleva attestare la fondazione della propria Chiesa da parte dell'evangelista - rende testimonianza della venerazione di imperatori, sovrani e principi. Ritenuto autografo nell’antichità, l’Evangeliario è stato assunto come reliquia dai fedeli, che hanno apposto, a margine del testo, delle sottoscrizioni, vere e proprie richieste di preghiere. Ascoltiamo Gilberto Ganzer, curatore dell’opera:

 
“Non è solo un Evangeliario del VI secolo, come è stato dimostrato, e quindi non autografo, non marciano, come la tradizione voleva, ma le sottoscrizioni hanno evidenziato veramente un approccio con il mondo slavo e il mondo germanico. Ci sono più di un migliaio di sottoscrizioni di principi cristiani di Bulgaria sia nel contesto della scena del potere orientale che di quello occidentale”.

 
Un “liber vitae”, - ha sottolineato Marco Bonocore, direttore della sezione archivi della Biblioteca Apostolica Vaticana - che ci parla dell’evangelizzazione di San Marco fino al confine con l’Oriente. Ascoltiamo il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

“Marco - come sappiamo - muore ad Alessandria d’Egitto, quindi la sua formazione, la sua presenza di evangelizzatore è soprattutto riferita al mondo mediterraneo, greco-orientale, la sua lingua era il greco. Il significato spirituale, di storia religiosa, è proprio questo. In effetti, Marco è stato uno di quei seguaci di Cristo, di quegli evangelizzatori, che non si sono limitati a rimanere nella parte mediterranea, asiatico-orientale dell’ecumene, ma hanno tentato come Pietro, come Paolo, l’incursione fra i gentili”.







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