2010-04-22 16:18:59

I cattolici australiani sostengono una corretta applicazione della riforma sanitaria


In Australia – si legge su L’Osservatore Romano – i cattolici si stanno adoperando per una corretta applicazione pratica delle nuove regole della riforma sanitaria. Per realizzare tale compito, è stata avanzata la proposta di creare un Consiglio che elabori una bozza per individuare l'assetto migliore del nuovo sistema. Il premier laburista, Kevin Rudd, è riuscito, dopo mesi di trattative, a raggiungere un accordo con gli Stati della Federazione - eccetto quello dell’Australia occidentale - per avviare una profonda riforma, che dovrebbe coinvolgere in particolare gli ospedali pubblici. Secondo quanto previsto dall’emendamento legislativo, il Governo diventerebbe il principale finanziatore dei nosocomi pubblici, utilizzando un terzo circa dell'imposta indiretta sui beni e servizi, derivante da ciascuno degli Stati federali. Questi ultimi hanno superato un’iniziale fase oppositiva in seguito a una serie di concessioni, tra cui l’erogazione per i prossimi quattro anni di 500 milioni di dollari per ridurre i tempi di attesa dei pazienti per ricevere le cure; e oltre un miliardo di dollari per la creazione di 1.316 nuovi posti letto per malati gravi. «Serve una sorta di consorzio tra operatori sanitari pubblici e privati che renda realizzabile il piano del Governo», riferisce il presidente del Catholic Health Australia (Cha), Martin Laverty. La comunità cattolica è particolarmente attiva in Australia, tanto che gestisce una sessantina di ospedali, 407 residenze per anziani e disabili, 164 orfanotrofi e asili, 480 centri di reinserimento sociale, 210 consultori per la famiglia e la difesa della vita e strutture di assistenza per le donne, create con l’intento di limitare la piaga degli aborti, che in Australia hanno superato i 90.000 l'anno. La proposta di riforma del Governo dovrà poi passare al vaglio del Parlamento per ottenerne la piena approvazione. (C.F.)







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