2010-04-21 14:44:23

Crisi umanitarie sempre più dimenticate sui media in Italia


Nel suo annuale “Rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media”, Medici Senza Frontiere richiama alla necessità di porre attenzione al dramma di milioni di individui piagati da conflitti e malattie in tutto il mondo. La presentazione del rapporto 2009, oggi a Roma, per la prima volta pubblicato in un libro, è stata l’occasione per il lancio di una nuova campagna di sensibilizzazione. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

E’ soprattutto un richiamo a riconoscere la centralità alla persona e il dramma di milioni di individui che vivono in situazioni di crisi umanitaria, quello che emerge dall’ultimo rapporto sulle crisi dimenticate di Medici Senza Frontiere. Un appello ad andare oltre le questioni economiche e politiche, che pure sottendono guerre, catastrofi, epidemie e condizioni di ingiustizia sociale, per porre attenzione a quell’umanità piagata che spesso grida, senza voce, nel deserto. Sono dieci le crisi dimenticate a cui quest’anno l’organizzazione umanitaria ha deciso di porre attenzione nella sua provocatoria classifica delle “Top Ten”. Ce ne parla Kostas Moschochoritis, Direttore generale di Msf Italia:

 
“Ci sono tre contesti medici, cioè le malattie dimenticate, l’Hiv e la malnutrizione infantile, e sette conflitti. In Africa abbiamo il Nord Kivu, nella Repubblica democratica del Congo, dove ci sono anche attacchi contro la popolazione civile, dove la popolazione da più di dieci anni vive questa situazione terribile; poi c’è la Somalia, e qui le parole non bastano; c’è anche il Sudan: a parte il Darfur, c’è la parte del Sud Sudan dove c’è stato l’Accordo di pace ma la popolazione vive una situazione molto lontana dall’essere pacificata. Ci sono poi lo Yemen e lo Sri Lanka, dove i civili, intrappolati tra i due combattenti, sono rimasti senza aiuto, senza accesso alle organizzazioni umanitarie da ormai molto tempo. Infine, ci sono Afghanistan e Pakistan, da dove le notizie arrivano, ma non le notizie che riguardano i civili”.

 
Un silenzio di cui sono vittima anche gli stessi operatori umanitari:

 
“Nel 2009, siamo stati costretti ad abbandonare il nostro progetto a Swat, in Pakistan, perché due dei nostri operatori pakistani erano stati uccisi e perché l’inasprimento dei combattimenti ci ha imposto di porre termine alla nostra presenza nel Paese. Centinaia di migliaia di civili senza aiuti adeguati vivono in condizioni difficili, e tutto questo non 'passa': 'passa' l’attentato … Non parlare della popolazione che subisce le conseguenze di questo contesto, davvero è ingiustificato ma anche controproducente per risolvere, un giorno, il problema”.

 
Drammi per lo più sconosciuti all’opinione pubblica soprattutto perché non trovano spazio nei media. Ancora Moschochoritis:
 
“Usiamo l’Osservatorio di Pavia per fare questo confronto tra notizie che riguardano questi Paesi, questi contesti e notizie di altro tipo. Per esempio, le malattie dimenticate come la malattia del sonno, la leishmaniosi: in tutti i telegiornali della Rai e di Mediaset non c’è stata nessuna notizia, ma queste malattie riguardano milioni di persone!”.

 
Una mancanza di attenzione – spiega – che delude la domanda di informazione che viene dalla popolazione, ed è motivata piuttosto da problematiche di natura economica:

 
“Ci sono anche problemi pratici, come il taglio del budget dei media che, ovviamente, hanno minori notizie dal mondo lontano".

 
Ma – aggiunge – si tratta soprattutto di una questione culturale e della necessità di guardare ai problemi da prospettive diverse:

 
“Tutti parliamo di Afghanistan, ma a parte le notizie che riguardano il contingente italiano oppure la strategia di Washington, nessuno parla in maniera adeguata della popolazione afghana: l’accesso alle cure e le condizioni di vita. Il problema vero è che quando in Italia, per esempio, si parla di un conflitto, sostanzialmente se ne parla in quanto possa esservi coinvolto un italiano, oppure si parla del tanker italiano sequestrato dai pirati della Somalia…Anche quando si parla di contesti difficili, delle condizioni degli attacchi che subiscono le popolazioni come ad esempio nella Repubblica democratica del Congo, non vengono alla luce!”.

 
Per promuovere questo cambiamento culturale, Msf intende coinvolgere i media e insieme l’opinione pubblica:

 
“C’è la campagna 'adotta una crisi dimenticata' e che è rivolta ai media, alle università di giornalismo … Quest’anno lanciamo la campagna 'accendo un riflettore sulle crisi dimenticate' che è rivolta al pubblico italiano che abbia voglia di sapere di più, affinché chieda maggiori informazioni su questi temi.”

 
Una vera mobilitazione nazionale che sollecita il contributo di ciascuno. Sul sito www.crisidimenticate.it, sono presentate, per l’occasione, le informazioni sulle modalità di sostegno dell’iniziativa.







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