Convegno a Molfetta su don Tonino Bello: intervista con mons. Fragnelli
Convegno e veglia di preghiera ieri presso la parrocchia Madonna della Pace di Molfetta
in occasione del 17.mo anniversario della morte del Servo di Dio Antonio Bello, o
come preferiva farsi chiamare don Tonino. Presenti al convegno, mons. Domenico Amato,
vice postulatore della Causa di Beatificazione, mons. Giudici, presidente nazionale
di Pax Christi e mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Castellaneta e delegato
per la pastorale giovanile in Puglia. Su cosa sia emerso dal convegno, ascoltiamo,
al microfono di Carla Ferraro, mons. Fragnelli:
R. – Ha messo
in evidenza ancora di più l’attualità del messaggio di don Tonino, che è un pastore
a tutto tondo che ha dato la sua vita per il suo gregge: è un profeta che ha saputo
portare il messaggio fin nel cuore della società, ed è un poeta, un poeta della fede,
un poeta della dignità umana. Credo che nell’oggi il dialogo tra la Chiesa e la società,
e il dialogo delle vocazioni tra di loro, possano approfittare, possano avvantaggiarsi
del rapporto con don Tonino, della scoperta di questo testimone eccezionale del secolo
scorso.
D. – “Nella preghiera – diceva don Tonino
– chiedete a Maria che vi dia non solo le cose della terra, ma anche tanta capacità
di guardare al cielo” …
R. – Potremmo dire che in
lui, continuamente, sotto lo sguardo di Maria, si sia unito, alla ricerca del cibo
terreno di cui i giovani hanno bisogno, la ricerca del cibo che dura per la vita eterna.
D.
– “Una serie di paure contaminano l’uomo moderno”, diceva don Tonino. Nello scenario
meridionale, dove lei svolge il ministero episcopale, quali rimedi al disagio giovanile
e alla lotta alla criminalità?
R. – Il primo rimedio
è dare ai giovani l’opportunità di incontrarsi e di incontrarsi attorno a contenuti
di alto profilo formativo, educativo, riportare alla luce il tema dell’educare attraverso
la forza contagiosa di testimoni che sanno parlare; evitare che i giovani rimangano
schiavi di una solitudine che è fortemente incentivata anche dal complesso comunicativo
della tecnologia moderna …
D. – Quale sarebbe oggi
l’incoraggiamento di don Tonino per tutti i fedeli?
R.
– Ha promosso continuamente uno stile di comunione, di “convivialità delle differenze”,
come egli dice. Questo è un messaggio permanente, è un messaggio che non abbiamo ancora
finito di scoprire e di attualizzare. Dobbiamo continuare su questa linea perché in
questo messaggio c’è una sorgente di speranza per la società intera e in particolare
per la Chiesa, in questo inizio di Millennio.