In Europa si va verso una graduale ripresa del traffico aereo, grazie all'attenuazione
dell'eruzione del vulcano nel sud dell’Islanda, anche se una nuova nuvola di ceneri
è segnalata in arrivo sulla Gran Bretagna. Intanto ieri i ministri dei Trasporti della
Ue, dopo le accuse delle compagnie aeree di eccessiva prudenza, hanno varato un nuovo
meccanismo di mappatura dei cieli. Il servizio è di Marco Guerra:
Il 75% degli
scali europei sono aperti, e sarà operativo circa 50% del consueto traffico aereo
per un totale di 14mila voli. Il bollettino emesso dall’Eurocontrol conferma il netto
miglioramento della situazione sui cieli d’Europa. Completamente riaperti sono infatti
gli spazi aerei del nord Italia e di buona parte della Francia. Voli parzialmente
ripresi anche in Germania e nel Belgio. Aerei ancora a terra invece in Gran Bretagna,
Danimarca e nei Paesi della penisola scandinava. Si registra dunque un ritorno alla
normalità a macchia di leopardo. D’altra parte ieri il Consiglio straordinario dei
ministri dei Trasporti UE ha aperto la strada a una revisione del sistema di individuazione
delle “no-fly zone”. In pratica l’Unione Europea ha deciso di consentire la graduale
ripresa dei voli negli spazi aerei non toccati dalla nube. Questo comporta una continua
mappatura dei cieli che divede le aree in tre categorie in base alla presenza o meno
di polveri vulcaniche nell’atmosfera. Le zone rosse off-limits chiuse ai voli, quelle
gialle dove il rischio c’è ma va verificato con prove scientifiche, e quelle verdi
aperte al traffico. Per fare questo gli esperti di Eurocontrol terranno conto dei
risultati dei voli di ricognizione. Buone notizie arrivano anche dai vulcanologi islandesi,
secondo i quali dalla scorsa notte il vulcano sta eruttando lava, il che significa
minori emissioni di ceneri.
La nube di cenere provocata
dall’eruzione del vulcano nel sud dell’Islanda è arrivata sull’Italia. Oltre ai disagi
nei trasporti aerei può, di fatto, provocare danni all’ambiente? Che tipo di conseguenze
ci possiamo aspettare? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Giampiero Maracchi,
direttore dell'Istituto di Biometeorologia del CNRdi Firenze:
R. – Io penso
francamente che essendo una zona molto marginale, perché le correnti aeree che sono
sempre da ovest verso est tendono a spostare la nube verso l’Asia, verso la Russia,
questo è soltanto l’effetto della diffusione e la quantità di particolato che arriva
dovrebbe essere modesta e non dovrebbe creare problemi, né alla salute né all’agricoltura.
D.
– Nei giorni scorsi si è parlato di possibili conseguenze, addirittura sulla temperatura
terrestre che, secondo alcuni esperti, potrebbe abbassarsi per una sorta di effetto
schermatura dei raggi solari. Una teoria fantasiosa o reale?
R.
– No: è successo molto spesso, quando si sono verificati questi eventi – basti pensare
al 1991, quindi non tantissimo tempo fa: 19 anni fa – l’eruzione del Pinatubo nelle
Filippine, che fu un’eruzione con un grado di esplosività vulcanica di grado 6, quando
la scala è da 0 a 9 – la nuvola continuò a girare per circa due anni intorno al pianeta
e noi abbiamo misurato anche a Firenze, ad esempio, la diminuzione di radiazione dovuta
a questo fenomeno.
D. – Si può fare, secondo lei,
una previsione sulla durata di permanenza di questa nube di cenere nei cieli europei?
R.
– Andrà fatta nel momento in cui avremo l’esatto indice di cui parlavo, che ancora
non è stato calcolato perché l’eruzione è ancora in corso. Ci sono molti casi precedenti.
Le eruzioni vulcaniche sul pianeta sono continue; sulla base di quel grado si può
capire quanto tempo rimarrà. In genere, può durare un anno o due …