La Chiesa nelle Filippine invita i candidati a comportamenti elettorali leali
Nelle Filippine, quattro candidati di Mindanao sono stati accusati di aver affisso
i loro manifesti elettorali fuori dagli spazi consentiti, violando le regole stabilite
dalla Commissione per le elezioni (Comelec). L’accusa muove da un’inchiesta del giornalista
Jigger Jerusalem sul “Mindanao Gold Star Daily”, che ha documentato gli abusi. Per
questo il giornalista ha subìto non poche minacce, mentre l’arcivescovo di Cagayan
de Oro, Antonio Ledesma, gli ha espresso solidarietà, incoraggiandolo a continuare
il suo lavoro in nome della libertà d’informazione e di espressione. “I candidati
alle elezioni – ha infatti sottolineato il presule – dovrebbero essere d’esempio verso
chi li considera futuri leader”, e dovrebbero inoltre ricordarsi che lo scorso 21
marzo hanno sottoscritto pubblicamente una promessa di lealtà”. Oltre a dover rispettare
le regole elettorali, i candidati hanno giurato di “fare delle prossime elezioni il
punto d’inizio di un nuovo progresso della politica per renderla capace di risolvere
i problemi e di andare incontro alle attese e alle speranze del popolo filippino”.
Mons. Elmer Abachin - segretario esecutivo dell’Ufficio per le Comunità ecclesiali
di base presso la Conferenza episcopale delle Filippine - ha suggerito ai quattro
candidati di modificare subito il loro atteggiamento e “di impegnarsi maggiormente
a rispettare le regole stabilite dal Comelec per la campagna elettorale”. La Chiesa
locale di Cagayan de Oro deve quotidianamente affrontare la sfida dell’evangelizzazione
tra persone afflitte da povertà e ignoranza. “Per molto tempo – ha ricordato mons.
Abachin – è valso l’uso di dare il proprio voto al candidato più populista, a quello
che faceva grandi promesse difficili da mantenere, a quello che lanciava parole d’ordine
allettanti ma di scarso contenuto. Invece, per questa campagna elettorale, la Chiesa
si è impegnata a sostenere i candidati che danno prova d’integrità morale, che hanno
una condotta provata e pubblica irreprensibile, che propongono programmi concreti
e realizzabili. Molti sacerdoti si sono impegnati a spiegare ai loro fedeli, specialmente
a quelli che vivono nelle aree rurali, che il voto è un dovere-diritto che conferisce
dignità al cittadino”. (C.F.)