Violenze anticristiane in India: morto un giovane in Madhya Pradesh
“Il clima di terrore e gli attacchi alla minoranza cristiana crescono di giorno in
giorno. Sono attacchi ben pianificati e portati avanti in maniera sistematica”: questa
la denuncia all'agenzia Asianews dell’arcivescovo metropolita di Bhopal, Leo Cornelio,
dopo l’ennesima uccisione di un cristiano ad opera di estremisti indù. La vittima
è Amit Gilbert, 25enne studente di religione che sabato scorso, mentre cercava di
scappare da un gruppo di radicali che hanno attaccato un incontro di preghiera nel
villaggio di Salyia, nei pressi di Betul, Stato del Madhya Pradesh, è caduto in un
pozzo ed è morto. “Il ministero dell’Interno e quello della Giustizia hanno fallito
il loro compito di proteggere la minoranza cristiana – ha continuato il presule –
è il loro compito mantenere lo Stato di diritto e dare fiducia alla popolazione”.
La fiducia invece scarseggia tra i cristiani: già giovedì scorso, infatti, gli estremisti
avevano attaccato un raduno protestante di cinquemila persone. Per protestare contro
la situazione, nella giornata di ieri l’arcidiocesi ha organizzato una grande manifestazione
cui hanno partecipato 2500 persone, tra i quali anche musulmani ed esponenti del Partito
comunista che hanno parlato in difesa del diritto costituzionale dei cristiani di
praticare la propria fede liberamente e di propagarla. Infatti, pur essendo incostituzionali,
in molto Stati dell’India sono in vigore leggi anticonversione, che prevedono pene
severe per chi converte qualcuno originariamente induista. “Gli estremisti hanno iniziato
a usare un nuovo metodo di molestie – conclude l’arcivescovo – denunciano i leader
cristiani locali per crimini generici, senza prove. Quando questi si recano dai poliziotti
per denunciare gli attacchi contro la minoranza, vengono arrestati. Eppure questa
comunità beneficia della presenza dei cattolici che forniscono istruzione e sanità
a tutti. Perfino i figli degli estremisti studiano da noi”. (R.B.)