2010-04-18 15:18:04

Pellegrinaggio dei militari a Torino per l'Ostensione della Sindone


Si è chiuso oggi a Torino il pellegrinaggio della Chiesa ordinariato militare per l’ostensione della Sindone, la terza degli ultimi 12 anni, dopo quelle del 1998 e del 2000. I circa cinquemila militari presenti, con i loro familiari, dopo aver partecipato alla messa presieduta dall’ Ordinario militare, l'arcivescovo Vincenzo Pelvi, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, si sono recati in processione nel Duomo per venerare il Sacro lino. Il pellegrinaggio era iniziato ieri con una lectio del vescovo castrense e due conferenze sul tema "Passio Christi, passio hominis" tenute dal biblista, mons. Giuseppe Ghiberti e dal professore Bruno Barberis, uno dei massimi esperti della Sindone. “Il volto che ci appare nei Vangeli, come quello nella Sindone – ha detto mons. Pelvi - è il volto di un Dio che si nasconde e si rivela allo stesso tempo. Meditare sul mistero del Volto e dei volti conduce alla pace”. Ricordando l’immagine della Sindone, l’arcivescovo ha invitato a non dimenticare “quelle dolorose di tanti bambini e delle loro madri in balìa di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti forzati. Volti scavati dalla fame e dalle malattie, sfigurati dal dolore e dalla disperazione. I volti dei piccoli innocenti – ha proseguito il presule - sono un appello silenzioso alla nostra responsabilità: di fronte alla loro condizione inerme, crollano tutte le false giustificazioni della guerra e della violenza. Dobbiamo convertirci a progetti di pace e impegnarci per un mondo più degno dell’uomo voluto a immagine del Volto”. Mons. Pelvi ha poi indicato nella santità “l’unica vera strada possibile di realizzazione di sé nel quotidiano, con l’aiuto di Dio. La santità del quotidiano entra nella scuola, nelle case, sale in aereo, va in nave, entra in caserma, si accosta a un malato, incontra i disperati, sa parlare con tutti”. Essa si realizza in tre passaggi: “da una vita ripiegata sull’io a una vita centrata su Dio; dai desideri del mondo, al desiderio del progetto di Dio e, infine, il rifiuto della mediocrità che addormenta la coscienza”. Temi ripresi e approfonditi nell’omelia di questa mattina, nella quale sono anche risuonate parole di grande affetto e stima per Benedetto XVI, novello “Pietro, edificato da Cristo come fondamento della Chiesa”. “Nessuno potrà togliere alla Chiesa la fermezza nel testimoniare la verità, perché nessuno potrà togliere dal cuore l’amore. Ancora oggi e per i secoli futuri – ha concluso mons. Pelvi - il cuore della Chiesa batte e ama con il cuore del successore di Pietro”. Nelle prossime settimane, fino alla chiusura dell’ostensione, il 23 maggio, sono attesi oltre un milione e 600mila pellegrini. Tra loro anche Papa Benedetto XVI che sarà a Torino il 2 maggio. (A cura di Daniele Rocchi) RealAudioMP3







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