Pellegrinaggio dei militari a Torino per l'Ostensione della Sindone
Si è chiuso oggi a Torino il pellegrinaggio della Chiesa ordinariato militare per
l’ostensione della Sindone, la terza degli ultimi 12 anni, dopo quelle del 1998 e
del 2000. I circa cinquemila militari presenti, con i loro familiari, dopo aver partecipato
alla messa presieduta dall’ Ordinario militare, l'arcivescovo Vincenzo Pelvi, nella
Basilica di Maria Ausiliatrice, si sono recati in processione nel Duomo per venerare
il Sacro lino. Il pellegrinaggio era iniziato ieri con una lectio del vescovo
castrense e due conferenze sul tema "Passio Christi, passio hominis" tenute
dal biblista, mons. Giuseppe Ghiberti e dal professore Bruno Barberis, uno dei massimi
esperti della Sindone. “Il volto che ci appare nei Vangeli, come quello nella Sindone
– ha detto mons. Pelvi - è il volto di un Dio che si nasconde e si rivela allo stesso
tempo. Meditare sul mistero del Volto e dei volti conduce alla pace”. Ricordando l’immagine
della Sindone, l’arcivescovo ha invitato a non dimenticare “quelle dolorose di tanti
bambini e delle loro madri in balìa di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti
forzati. Volti scavati dalla fame e dalle malattie, sfigurati dal dolore e dalla disperazione.
I volti dei piccoli innocenti – ha proseguito il presule - sono un appello silenzioso
alla nostra responsabilità: di fronte alla loro condizione inerme, crollano tutte
le false giustificazioni della guerra e della violenza. Dobbiamo convertirci a progetti
di pace e impegnarci per un mondo più degno dell’uomo voluto a immagine del Volto”.
Mons. Pelvi ha poi indicato nella santità “l’unica vera strada possibile di realizzazione
di sé nel quotidiano, con l’aiuto di Dio. La santità del quotidiano entra nella scuola,
nelle case, sale in aereo, va in nave, entra in caserma, si accosta a un malato, incontra
i disperati, sa parlare con tutti”. Essa si realizza in tre passaggi: “da una vita
ripiegata sull’io a una vita centrata su Dio; dai desideri del mondo, al desiderio
del progetto di Dio e, infine, il rifiuto della mediocrità che addormenta la coscienza”.
Temi ripresi e approfonditi nell’omelia di questa mattina, nella quale sono anche
risuonate parole di grande affetto e stima per Benedetto XVI, novello “Pietro, edificato
da Cristo come fondamento della Chiesa”. “Nessuno potrà togliere alla Chiesa la fermezza
nel testimoniare la verità, perché nessuno potrà togliere dal cuore l’amore. Ancora
oggi e per i secoli futuri – ha concluso mons. Pelvi - il cuore della Chiesa batte
e ama con il cuore del successore di Pietro”. Nelle prossime settimane, fino alla
chiusura dell’ostensione, il 23 maggio, sono attesi oltre un milione e 600mila pellegrini.
Tra loro anche Papa Benedetto XVI che sarà a Torino il 2 maggio. (A cura di Daniele
Rocchi)