Il Papa sull'aereo spiega i motivi della visita a Malta: omaggio a San Paolo, l'amore
di Malta per una Chiesa ferita dai peccati, il dramma dei profughi
Nel consueto incontro con i giornalisti sull'aereo papale, Benedetto XVI ha spiegato
i motivi del viaggio a Malta. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:
Tre i motivi
di questo viaggio a Malta, primo dei cinque già programmati per quest’anno. Motivi
che Benedetto XVI ha sinteticamente riassunti in un discorso breve e puntuale. Per
seguire le orme di San Paolo, e poter mettere in luce la grande figura e il suo messaggio: “Io
penso si possa sintetizzare l’essenziale del suo viaggio con le parole che lui stesso
ha riassunto alla fine della lettera ai Galati: fede operante nella carità. Queste
sono le cose importanti anche oggi: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma
poi in carità”. Dal naufragio dell’Apostolo delle
Genti, 1950 anni fa, per Malta nacque la fortuna di avere la fede, ciò è valido anche
per oggi ha spiegato il Papa: “Possiamo pensare anche noi
che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche
essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”. Secondo
motivo del viaggio, per rendere omaggio alla Chiesa di Malta, vivace e feconda nelle
vocazioni. Una Chiesa pronta a rispondere alle odierne sfide: “So
che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo
Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo
Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”. Una
Chiesa ferita dai peccati come la crisi degli abusi, a questo il Papa si riferiva,
come ha poi spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi,
parlando di naufragio e di corpo ferito, ma sottolineando anche la forza di guarigione
che viene dal Vangelo. Malta è anche il punto, ha detto poi
il Papa parlando del terzo e ultimo motivo, dove le correnti dei profughi arrivano
dall’Africa per bussare alle porte dell’Europa, e a questo occorre che rispondano
tutti, non può farlo solo Malta: “Noi tutti dobbiamo rispondere
a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa
e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano,
trovino, in ogni caso, uno spazio di vita dignitosa”. Questi
quindi i punti cardine di questo viaggio in un’isola che ricorda, ha concluso Benedetto
XVI, che proprio la fede è la forza che dà la carità e dunque anche la fantasia per
rispondere bene a queste sfide.