I diritti umani all'inizio del Terzo Millennio: Lectio Magistralis della prof.ssa
Maria Rita Saulle
Come evolvono i diritti umani all’inizio del Terzo Millennio? La Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo approvata nel 1948 ha solo valore di carta o crea anche degli
obblighi? Come assicurare dignità e giustizia per tutti nell’epoca della globalizzazione?
Sono questi alcuni degli interrogativi che la prof.ssa Maria Rita Saulle, giudice
della Corte costituzionale, ha esaminato nel corso della sua Lectio Magistralis, svoltasi
venerdì scorso presso l’Università La Sapienza di Roma. Un’occasione per fare il punto
sullo stato di salute dei diritti universali dell’uomo, sulla loro attuazione e sulla
necessità di sollecitare e promuovere una responsabilità collettiva. Il servizio di
Cecilia Seppia.
Presentando
la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel 1948, Eleonor Roosvelt auspicava
che il testo diventasse una specie di “Magna Charta” in grado di difendere le persone,
in tutto il mondo, senza distinzione di razza, sesso e religione. Sessant’anni dopo
se il valore morale e anche in certi casi quello legale del testo, sono universalmente
riconosciuti, gli obiettivi programmatici in esso contenuti spesso non sono stati
raggiunti. A complicare le cose, all’inizio del Terzo Millennio, il consolidarsi di
nuovi diritti che hanno contribuito a creare nuove modalità di esclusione, discriminazione
e violazione. Maria Rita Saulle, giudice della Corte costituzionale: “Mentre
prima si dava maggiore rilievo, forse, ai diritti civili e politici, oggi le cose
si evolvono nel senso che si dà molto rilievo ai diritti economici e sociali, si dà
un’incentivazione agli organismi internazionali finanziari, perché agevolino la crescita
individuale e collettiva, e naturalmente il benessere delle persone, la vita decorosa
è uno dei primi diritti sociali, che corrisponde anche alla dottrina sociale della
Chiesa; anche le recenti posizioni negli Stati Uniti in materia di sanità, la questione
di Internet, se sia un diritto fondamentale o no - sono nuovi diritti - così come
oggi si discute sempre in senso positivo di escludere la guerra come strumento di
politica internazionale”. L’obiettivo oggi più che mai è quello
di passare dalla tutela giuridica all’esercizio dei diritti umani, in ogni ambito
della vita. All’appello - spiega la prof.ssa Saulle - mancano ancora molti diritti
e a pagare le conseguenze sono spesso i soggetti più deboli e vulnerabili, per questo
occorre insistere sull’applicazione delle norme internazionali, su procedure corrette
di attuazione, ma anche sul richiamo ad una responsabilità collettiva. Ancora Maria
Rita Saulle: “Secondo me, siamo già in un mondo del diritto,
sia in ambito interno che internazionale. Una proliferazione di norme non credo che
cambierebbe molto la situazione. E’ importante invece dare applicazione alle norme
esistenti. Abbiamo norme che riguardano l’individuo, che riguardano la donna, il bambino,
i disabili, gli stranieri, i rifugiati. Abbiamo una serie di norme che, se applicate,
garantirebbero sicuramente un grande benessere della popolazione”. Lo
spazio protetto dei diritti umani sempre di più si restringe anche nelle democrazie
occidentali, è necessario dunque collaborare su più fronti per assicurare dignità
e giustizia per tutti e porre le basi per la realizzazione di una pace mondiale, a
partire sempre dalla persona.