Si è spento il cardinale Špidlík: aveva 90 anni. Viva commozione del Papa
Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 90 anni, il cardinale Tomáš Špidlík. Il Papa,
in un telegramma inviato al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo
Nicolás, ha espresso la sua “viva commozione” per la morte di questo “insigne gesuita
e zelante servitore del Vangelo”, di cui ha apprezzato “le doti di mente e di cuore”.
Ricorda quindi “con profonda gratitudine” la sua “solida fede, la paterna affabilità
e l’intensa operosità culturale ed ecclesiale, specialmente quale autorevole conoscitore
della spiritualità cristiana orientale”. La salma sarà esposta nella Cappella del
Centro Aletti, Via Paolina 25 (vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore), fino
alla sera di lunedì prossimo. La Messa esequiale sarà celebrata nella Basilica Vaticana
martedì prossimo, alle 11.30, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio
cardinalizio. Alla fine della liturgia, Benedetto XVI rivolgerà la sua parola ai presenti
e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il servizio di Sergio
Centofanti:
Il cardinale
Špidlík è stato un uomo di Dio: un grande teologo e padre spirituale e nello stesso
tempo una persona semplice che conquistava per i suoi modi miti e gentili e per il
fine humour con cui condiva la profondità del suo parlare. Nasce il 17 dicembre 1919
a Boskovice (diocesi di Brno) in Moravia, allora Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca:
in gioventù conosce i lavori forzati, impostigli prima dai nazisti e poi dai comunisti.
Entrato nel 1940 nel noviziato dei Gesuiti di Benesov, vicino Praga, nel ’42 prende
i voti religiosi. Nonostante le difficoltà del conflitto mondiale, conclude gli studi
filosofici e teologici, diventando docente universitario al Pontificio istituto Orientale
e all'Università Gregoriana. E’ stato predicatore di esercizi spirituali e nel 1995
ha curato quelli per il Papa e la Curia Romana. Ha scritto numerosi libri e articoli.
Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003, per 50 anni è stato uno dei più stretti
collaboratori del Programma ceco della Radio Vaticana. Ha vissuto e lavorato, fino
all’ultimo, al Centro Aletti, affiancato all'Istituto Orientale, a stretto contatto
con padre Marko Ivan Rupnik. Qui ha promosso contatti personali con intellettuali
e uomini di cultura, specialmente dell'Est europeo. È stato inviato più volte in Russia
e nel 1992 è stato ricevuto al Cremlino dal presidente Eltsyn e dal Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie, Alessio II. Il 17 dicembre scorso il Papa aveva presieduto nella
Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, una celebrazione eucaristica con la Comunità
del Centro Aletti, in occasione dei 90 anni del cardinale Špidlik. Benedetto XVI nella
sua omelia, aveva ricordato il pensiero teologico del porporato, improntato al dialogo
tra Occidente e Oriente cristiano e fondato sulla duplice dimensione della libertà
e dell’amore. Riascoltiamo le parole del Papa: "La sua lunga
vita e il suo singolare cammino di fede testimoniano come sia Dio a guidare chi a
Lui si affida. Ma egli ha percorso anche un ricco itinerario di pensiero, comunicando
sempre con ardore e profonda convinzione che il centro di tutta la Rivelazione è un
Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine è essenzialmente
un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione: il modo stesso
di essere di Dio. Questa comunione non esiste per se stessa, ma procede – come non
si stanca di affermare l’Oriente cristiano – dalle Persone divine che liberamente
si amano. La libertà e l’amore, elementi costitutivi della persona, non sono afferrabili
per mezzo delle categorie razionali, per cui non si può comprendere la persona se
non nel mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, e nella comunione con Lui, che diventa
accoglienza della "divinoumanità" anche nella nostra stessa esistenza. Fedele a questo
principio, il Cardinale Špidlík ha intessuto lungo gli anni una visione teologica
vivace e, per molti aspetti, originale nella quale confluiscono organicamente l’Oriente
e l’Occidente cristiani, scambiandosi reciprocamente i loro doni”. Il
cardinale Špidlík, il giorno prima dell’elezione di Benedetto XVI, il 18 aprile 2005,
aveva svolto la meditazione ai cardinali elettori per il Conclave. Qualche giorno
dopo lo abbiamo intervistato sul nome scelto da Papa Ratzinger che aveva spiegato
che San Benedetto non è “solo un santo europeo”, ma di tutto il mondo, perché mostra
a tutti i popoli che nel Vangelo trovano “le forze che possono rinnovare il mondo”.
Ecco il commento del cardinale Tomáš Špidlík: “Lui
ha scelto il nome Benedetto perché ama l’Europa e San Benedetto è il patrono dell’Europa.
Ha imparato dal Papa precedente che l’Europa deve respirare con due polmoni, e per
questo Papa Giovanni Paolo II ha messo anche Cirillo e Metodio come compatroni dell’Europa.
L’Europa deve riconoscere la sua spiritualità in modo integrale, fare la sintesi che
ancora non ha fatto. Allora io credo si tratti di una questione mondiale e non solo
europea. Ormai siamo davanti al fatto che il cristianesimo passa in Asia, in Africa,
in altri Paesi senza radici cristiane. Cosa fare? L’Europa deve portare là la sua
cultura? No, non deve portarla, ma deve aiutare a scoprire e a mettere nelle loro
radici Cristo. Noi vogliamo che Cristo parli in arabo, nelle lingue asiatiche e così
via e dobbiamo in un certo senso guarire la nostra prospettiva puramente europea,
perché pensiamo ancora di essere tutto il mondo, ma questo è il passato. Bisogna rendersi
conto che esiste un mondo anche altrove”.