La cerimonia di benvenuto. Testo integrale del discorso del Papa
“Malta ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità,
l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente”: è
quanto ha detto nel pomeriggio il Papa nella cerimonia di benvenuto a Malta all’aeroporto
internazionale di Luqa. “La vostra Nazione – ha proseguito - dovrebbe continuare a
difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale,
come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della
sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale, e il vero rispetto
che si deve dare alla libertà religiosa secondo modalità che portino ad un autentico
sviluppo integrale sia degli individui sia della società. Malta gode di stretti vincoli
con il Vicino Oriente, non soltanto in termini culturali e religiosi, ma anche linguistici.
Permettetemi di incoraggiarvi a porre questo insieme di abilità e di punti di forza
a favore di un suo uso più grande, per poter servire da ponte nella comprensione tra
i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo. Molto deve essere ancora
fatto per costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso, e Malta si
trova in buona posizione per stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord
e a sud, ad est e ad ovest. Il popolo maltese, illuminato per quasi due millenni dagli
insegnamenti del Vangelo e continuamente irrobustito dalle proprie radici cristiane,
è giustamente fiero del ruolo indispensabile che la fede cattolica ha avuto nello
sviluppo della propria Nazione”. Ecco il testo integrale del discorso di Benedetto
XVI:
Signor Presidente, Venerati
Fratelli nell’Episcopato, Distinte Autorità, Signore
e Signori, Jien kuntent ħafna li ninsab fostkom! [sono lieto di essere
in mezzo a voi]. E’ per me motivo di gioia essere oggi qui a Malta
tra di voi. Giungo come pellegrino per adorare il Signore e lodarlo per le meraviglie
che qui ha compiuto. Vengo inoltre come Successore di san Pietro per confermarvi nella
fede (cfr Lc 22,32) ed unirmi a voi nella preghiera all’unico Dio vivo e vero, in
compagnia di tutti i Santi, incluso il grande Apostolo di Malta, san Paolo. Anche
se la mia visita sarà breve, prego che essa porti molti frutti. Le
sono grato, Signor Presidente, per le parole gentili con le quali mi ha dato il benvenuto
a nome suo e del Popolo maltese. La ringrazio per l’invito e per il duro lavoro che
Lei ed il Governo hanno posto in atto per preparare la mia visita. Ringrazio il Primo
Ministro, le Autorità civili e militari, il Corpo Diplomatico e ognuno di voi qui
convenuto per onorare questa circostanza mediante la vostra presenza e il vostro cordiale
benvenuto. Saluto in modo speciale l’Arcivescovo
Paolo Cremona, il Vescovo Mario Grech e l’Ausiliare Annetto Depasquale, come pure
tutti gli altri Vescovi presenti. Nel salutare voi, desidero esprimere il mio affetto
ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose ed a tutti i fedeli laici
affidati alle vostre cure pastorali. L’occasione
della mia visita a queste isole è il 1950° anniversario del naufragio di san Paolo
sulle spiagge dell’isola di Malta. San Luca descrive questo evento negli Atti degli
Apostoli, ed è dal suo racconto che avete scelto il tema della visita
odierna: “Jeħtieg iżda li naslu fi gżira” [“Dovremo però andare a finire
su qualche isola”] (At 27,26). Qualcuno potrebbe considerare l’arrivo di san Paolo
a Malta, attraverso un evento umanamente imprevisto, come un semplice accidente della
storia. Gli occhi della fede, tuttavia, ci permettono di riconoscervi l’opera della
Divina Provvidenza. In realtà, Malta è stata un
crocevia di molti dei grandi eventi e degli scambi culturali nella storia europea
e mediterranea, fino ai nostri stessi giorni. Queste isole hanno giocato un ruolo
chiave nello sviluppo politico, religioso e culturale dell’Europa, del Vicino Oriente
e del Nord Africa. A questi lidi, pertanto, secondo gli arcani disegni di Dio, il
Vangelo fu recato da san Paolo e dai primi seguaci di Cristo. La loro opera missionaria
ha portato molti frutti lungo i secoli, contribuendo in innumerevoli modi a plasmare
la ricca e nobile cultura di Malta. Quanto alla
loro posizione geografica, queste isole sono state di grande importanza strategica
in più di un’occasione, anche in tempi recenti: la “Georg Cross” posta sulla bandiera
nazionale offre fiera testimonianza del grande coraggio del vostro popolo durante
i giorni bui dell’ultima guerra mondiale. Allo stesso modo, le fortificazioni che
risaltano in maniera così prominente nell’architettura dell’isola parlano di lotte
precedenti, quando Malta contribuì moltissimo alla difesa della cristianità sia per
terra che per mare. Voi continuate a giocare un valido ruolo nei dibattiti odierni
sull’identità, la cultura e le politiche europee. Allo stesso tempo, sono lieto di
rilevare l’impegno del Governo nei progetti umanitari ad ampio raggio, specialmente
in Africa. E’ da auspicare vivamente che ciò possa servire per promuovere il benessere
dei meno fortunati di voi, quale espressione di genuina carità cristiana. In
realtà, Malta ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità,
l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente. La
vostra Nazione dovrebbe continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale
istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come
già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino
alla morte naturale, e il vero rispetto che si deve dare alla libertà religiosa secondo
modalità che portino ad un autentico sviluppo integrale sia degli individui sia della
società. Malta gode di stretti vincoli con il
Vicino Oriente, non soltanto in termini culturali e religiosi, ma anche linguistici.
Permettetemi di incoraggiarvi a porre questo insieme di abilità e di punti di forza
a favore di un suo uso più grande, per poter servire da ponte nella comprensione tra
i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo. Molto deve essere ancora
fatto per costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso, e Malta si
trova in buona posizione per stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord
e a sud, ad est e ad ovest. Il popolo maltese,
illuminato per quasi due millenni dagli insegnamenti del Vangelo e continuamente irrobustito
dalle proprie radici cristiane, è giustamente fiero del ruolo indispensabile che la
fede cattolica ha avuto nello sviluppo della propria Nazione. La bellezza della nostra
fede viene espressa qui in vari e complementari modi, non ultimo nelle vite di santità
che hanno portato i maltesi a donare se stessi per il bene degli altri. Tra di loro
dobbiamo includere Dun Ġorġ Preca, che ho avuto la gioia di canonizzare tre anni orsono
(3 giugno 2007). Invito tutti voi ad invocare la sua intercessione perché questa mia
prima visita pastorale fra voi porti molti frutti spirituali. Attendo
di pregare con voi durante il tempo che trascorrerò a Malta e vorrei, come padre e
fratello, assicurarvi del mio affetto nei vostri confronti, come pure del desiderio
di condividere questo tempo nella fede e nell’amicizia. Con tali pensieri, affido
tutti voi alla protezione di Nostra Signora di Ta’Pinu e del vostro padre nella fede,
il grande Apostolo Paolo. Il-Mulej ibierek lill-poplu
kollu ta’ Malta u ta’ Għawdex! [Dio benedica tutta la gente di Malta e di Gozo].