A Rimini, la Scuola di formazione per studenti dell'Azione Cattolica
"La Scuola che lascia il segno!": è questo il tema della Scuola di formazione per
studenti, organizzata dall’Azione Cattolica, che si chiude domani al Palacongressi
di Rimini. Giunta alla sua quarta edizione, l’iniziativa vede protagonisti per questa
fine settimana 1.300 ragazzi provenienti da tutta Italia. Alla segretaria nazionale
del Movimento Studenti di Azione Cattolica, Saretta Marotta, Davide Dionisi
ha chiesto di spiegare gli obiettivi educativi della tre giorni di Rimini.
R. – Vogliamo
che sia un’occasione per gli studenti, studenti non solo dell’associazione, studenti
che possano approfittare di questo regalo che l’associazione vuole fargli per tre
giorni di confronto, di dibattito, di formazione. Vuole essere un invito ad uno stile
di partecipazione diverso, che li porti ad abitare la scuola, a sentirla come casa,
a viverla appunto da protagonisti.
D. – Voi avete
sottolineato il fatto che le inchieste sociologiche indichino come seriamente preoccupante
lo stato del rapporto che intercorre tra i giovani, dai 15 ai 18 anni, e la dimensione
etica della cittadinanza. In che modo intendete intervenire in questo settore?
R.
– C’è una forte crisi partecipativa, non soltanto a livello della scuola, ma anche
nelle istituzioni, nella passione per la politica, intesa appunto come costruzione
collettiva del bene comune. Ecco perché abbiamo voluto dedicare questa scuola di formazione
proprio al bene comune, perché vogliamo proprio appassionare di nuovo i giovani alla
cittadinanza e vogliamo poi indicargli un luogo concreto dove viverla in pieno e non
rimandare questo momento, in cui eserciteranno il diritto di cittadinanza a chissà
quando, magari a quando avranno acquisito il diritto di voto. Pensiamo che la scuola
possa essere una palestra di democrazia e una palestra di convivenza civile, da cittadini
consapevoli.
D. – Secondo lei, quali sono i problemi
che più riguardano la scuola, il rilancio del settore scolastico?
R.
– Innanzitutto, nella scuola bisogna investire, e non parlo soltanto di investire
da un punto di vista economico, ma di energie e passione; bisogna soprattutto credere
negli studenti. Vediamo che si ha molta fiducia nella generazione degli adolescenti
e nella loro capacità di essere responsabili della propria vita e del proprio percorso
formativo. L’educazione è anche un’interazione delle due parti, non soltanto un trasferimento
bilaterale tra chi educa e chi è educato. Alla scuola manca una riforma organica,
manca una riforma dei saperi, un riordino dei contenuti, del piano formativo della
scuola. Certamente, togliere ore di scuola – lo diceva anche don Milani – non è la
soluzione: bisogna aumentare la formazione, non diminuirla. I ragazzi hanno bisogno
di più scuola, più ore e più tempo passato tra i banchi. Possiamo, però, essere tutti
d’accordo su questo, solo se crediamo che la scuola è veramente un passaggio fondamentale
e irrinunciabile della formazione di ogni cittadino.(Montaggio a cura di
Maria Brigini)