2010-04-16 15:36:48

Thailandia: incontro tra cattolici, buddisti e musulmani per promuovere la pace


“Mantenere un atteggiamento consapevole e rispettoso, non cercare di prevalere uno sull’altro, pensare agli interessi nazionali e mettere fine alle violenze che feriscono il Paese”: è questo l’appello alle “camicie rosse” rivolto dai tre rappresentanti delle principali religioni professate in Thailandia, buddismo, islamismo e cristianesimo, riuniti dalla Commissione nazionale per i diritti umani. Lo riferisce l’agenzia Asianews. L’arcivescovo di Bangkok, Francis Xavier Kirengsak, ha esortato i manifestanti a “spalancare i cuori” e a “rispettare i diritti degli altri senza usare la violenza. “Il Paese può e deve essere unito – ha detto – nella diversità delle anime che lo costituiscono”. Il presule invita, dunque, le parti a tornare al dialogo e a essere animati dalla speranza, a confrontarsi all’insegna della franchezza e alla ricerca di un compromesso, perché “non siamo nemici, ma fratelli e sorelle”. Analogo richiamo al rifiuto della violenza da Phradhamakosajarn, rettore dell’università buddista Mahachulalongkornrajavidyalaya, che invita a “evitare lo scontro frontale”. Non nasconde le sue preoccupazioni per l’attuale situazione politica, e indica la via della compassione, da sostituire a quella della vendetta reciproca, come prescrive la Supremazia del Dharma, adottando le virtù della pazienza e del perdono. Infine, Imron Mauleem, esperto di legge islamica e presidente di Sheikul Islam, incita a smorzare i toni della polemica, ricorda che “senza giustizia non esiste armonia” e auspica che si possa dar vita a “una nuova cultura della politica”. (R.B.)







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