Università Cattolica: con le sperimentazioni sull'embrione torniamo alla "selezione
della razza"
“Sembrano vecchie parole rispetto alla novità degli esperimenti, ma in fondo stiamo
tornando alla selezione della razza umana”. Così il Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università
Cattolica, diretto da Adriano Pessina, commenta le nuove sperimentazioni sull’embrione
di cui è stata data notizia oggi dai media. Nell’Università di Newcastle in Gran Bretagna
sono stati ottenuti embrioni usando il patrimonio genetico di tre persone. Per evitare
l’ereditarietà di malattie mitocondriali è stato, infatti, trasferito il nucleo dell’ovocita
di una donna in quello di un’altra il cui Dna mitocondriale è sano, insieme al Dna
del gamete maschile. “In nome della presunta salute delle nuove generazioni – si legge
in una nota del Centro ripresa dall'agenzia Sir -, si fabbricano e si distruggono
embrioni sperimentando nuovi cocktail genetici. Sconvolge la miopia etica sia di chi
autorizza queste ricerche sia di chi le pratica. Ormai, sotto il velo della salute
si può compiere qualsiasi azione e l’eugenetica di mercato si afferma tranquillamente
nell’opinione pubblica”. “Nessuna sottile distinzione teorica e nessun raffinato linguaggio
scientifico – avverte la nota - può impedirci di vedere che stiamo di fatto minando
le fondamenta, faticosamente guadagnate, dell’idea di un uomo come soggetto che non
può essere né prodotto né fabbricato. La fabbrica della salute in futuro annovererà
gli uomini tra i nuovi prodotti controllati?”. (R.P.)