Canada: i vescovi condividono le preoccupazioni dei fedeli sui casi di abusi sessuali
del clero
“I vescovi del Canada condividono le preoccupazioni dei canadesi per gli abusi sessuali
commessi su minori da esponenti del clero. Per questo da anni lavorano all’attuazione
e all’aggiornamento dei protocolli diocesani per evitare nuovi casi”. È quanto si
legge in una dichiarazione diffusa ieri in concomitanza con la pubblicazione dei risultati
di un sondaggio condotto dall’Istituto Ipsos Reid sulla pedofilia e la Chiesa cattolica.
Dall’indagine, realizzata su un campione di mille persone, cattoliche e non, risulta
che i canadesi sono “molto preoccupati” da queste vicende. La nota sottolinea la ferma
volontà dei vescovi di proseguire la “politica di tolleranza zero” contro la pedofilia
avviata nel 1992 con la pubblicazione del documento “Dalla sofferenza alla speranza”.
Per altro verso, essi si dicono molto incoraggiati dalla tendenza alla diminuzione
del fenomeno emersa dal sondaggio: il fatto che appena il 4% degli intervistati di
età compresa tra i 18 e i 34 anni abbiano dichiarato di conoscere personalmente una
vittima di molestie da parte di un sacerdote cattolico “indica che gli sforzi sinora
compiuti sono stati coronati da successo”. La Conferenza episcopale si sente inoltre
incoraggiata dal fatto che l’80% dei cattolici canadesi abbia capito che solo una
minoranza nel clero ha tendenze pedofile. “È confortante sapere – prosegue il testo
- che circa la metà dei cattolici è soddisfatta di come la Chiesa ha espulso i pedofili”.
I vescovi canadesi si dicono peraltro rammaricati che agli intervistati non sia stato
chiesto cosa sanno sul loro operato contro la pedofilia: “Una lettura superficiale
dei dati – osserva la nota - potrebbe indurre a concludere che il problema degli abusi
sessuali sia più diffuso nella Chiesa cattolica che negli gli altri settori della
società. Questa affermazione non è corretta” e non è corroborata dai dati degli esperti.
La Conferenza episcopale cita in proposito un articolo pubblicato l’8 aprile dalla
rivista “Newsweek” su una recente ricerca secondo la quale la maggior parte dei molestatori
di bambini hanno una cosa in comune: i loro preesistenti rapporti con le vittime.
Tra essi figurano sicuramente sacerdoti, pastori e rabbini, ma anche familiari, amici,
professori, allenatori, medici, in altre parole tutto quel circolo di persone con
cui le vittime avevano un rapporto di fiducia. (L.Z.)