Benedetto XVI alla Messa per la Commissione biblica: l’obbedienza a Dio rende l’uomo
davvero libero, anche di opporsi alla dittatura del conformismo
Il primato dell’obbedienza a Dio ed il vero significato della penitenza e del perdono,
nella vita dei cristiani: ne ha parlato stamane Benedetto XVI nell’omelia della Messa
celebrata, nella Cappella Paolina in Vaticano, con i membri della Pontificia Commissione
Biblica. Il servizio di Roberta Gisotti:
“L’obbedienza
a Dio ha il primato”, ha ricordato il Papa, richiamando le parole di San Pietro davanti
al Sinedrio: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”. “L’obbedienza a Dio”
dà dunque a Pietro la libertà di opporsi alla suprema istituzione religiosa. Parimenti,
Socrate davanti al Tribunale di Atene, che gli offre la libertà a patto di non ricercare
più Dio, non deve obbedire a questi giudici, comprare la sua vita perdendo se stesso,
ma deve obbedire a Dio. Obbedienza a Dio “che dà libertà”. Al contrario nei tempi
moderni – ha osservato Benedetto XVI – si è teorizzata la liberazione dell’uomo, anche
dall’obbedienza a Dio: l’uomo sarebbe libero, autonomo, e nient’altro.
“Ma
questa autonomia è una menzogna, una menzogna ontologica, perché l’uomo non esiste
da se stesso e per se stesso; è una menzogna politica e pratica, perché la collaborazione
e la condivisione delle libertà è necessaria e se Dio non esiste, se Dio non è un’istanza
accessibile all’uomo, rimane come suprema istanza solo il consenso della maggioranza.
Poi il consenso della maggioranza diventa l’ultima parola alla quale dobbiamo obbedire
e questo consenso – lo sappiamo dalla storia del secolo scorso – può essere anche
un consenso nel male. Cosi vediamo che la cosiddetta autonomia non libera l’uomo”. “Le
dittature sono state sempre contro questa obbedienza a Dio”, ha sottolineato il Papa. “La
dittatura nazista, come quella marxista, non possono accettare un Dio sopra il potere
ideologico, e la libertà dei martiri, che riconoscono Dio… è sempre l’atto della liberazione,
nel quale arriva la libertà di Cristo a noi”. Oggi,
grazie a Dio, - ha proseguito Benedetto XVI - non viviamo in dittature, ma esistono
forme sottili di dittature. “Un conformismo, per cui diventa
obbligatorio pensare come pensano tutti, agire come agiscono tutti, e la sottile aggressione
contro la Chiesa, o anche meno sottile, dimostrano come questo conformismo può realmente
essere una vera dittatura”. Per i cristiani – ha
aggiunto Benedetto XVI - obbedire più a Dio che agli uomini, suppone però conoscere
veramente Dio e voler veramente obbedire, e che Dio non sia pretesto per la propria
volontà, ma che sia realmente Dio che invita, in caso necessario, anche al martirio.
“Noi
oggi abbiamo spesso un po’ paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose
che sono utili per il mondo, mostriamo che il cristianesimo aiuta anche a migliorare
il mondo, ma che la sua meta sia la vita eterna e che dalla meta vengano poi i criteri
della vita, non osiamo dirlo”. Allora – ha sollecitato
il Papa – dobbiamo invece avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita
eterna c’è, che è la vera vita e che da questa vera vita viene la luce che illumina
anche questo mondo. In tale prospettiva “la penitenza è una
grazia”, grazia che noi riconosciamo il nostro peccato, che riconosciamo di aver bisogno
di rinnovamento, di cambiamento, di una trasformazione del nostro essere.
“Devo
dire che noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola
penitenza, che ci aparriva troppo dura. Adesso sotto gli attacchi del mondo che ci
parlano dei nostri peccati, vediamo che poter far penitenza è grazia e vediamo come
sia necessario fare penitenza, riconoscere cioè ciò che è sbagliato nella nostra vita.
Aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della
penitenza, cioè della purificazione e della trasformazione, questo dolore è grazia,
perché è rinnovamento, è opera della Misericordia divina”. Preghiamo,
ha concluso Benedetto XVI, che il nostro nome entri nel nome di Dio e la nostra vita
diventi vera vita, vita eterna, amore e verità.