Zimbabwe: la Chiesa voce di speranza tra difficoltà e sofferenze
In Zimbabwe il tasso di disoccupazione è stimato intorno all'80% e gran parte della
popolazione ha perso la speranza in un cambiamento. E’ quanto ha detto il vescovo
di Chinhoyi, mons. Dieter Bernd Scholz, in un'intervista rilasciata al programma televisivo
“Where God Weeps” prodotto da Catholic Radio and Television Network (Crin), in collaborazione
con Aiuto alla Chiesa che Soffre. “Zimbabwe nella lingua locale significa “casa di
pietra”. “Oggi questa casa sta crollando”. Nell'ultimo decennio, molti abitanti del
Paese africano – ha aggiunto il presule – “avevano sperato che finissero le loro sofferenze,
la fame, la disoccupazione, la povertà, le malattie per le quali non possono più ricevere
delle cure negli ospedali”. “Vi sono stati numerosi tentativi di porre rimedio alla
situazione, ma tutti hanno fallito per un motivo o per un altro”. Secondo mons. Dieter
Bernd Scholz durante la crisi, tra le elezioni generali della fine di marzo del 2008
e le elezioni presidenziali a doppio turno della fine di giugno, vi è stato il tentativo
di eliminare fisicamente l'opposizione da parte del partito di governo, il Movimento
per il cambiamento democratico: “ Sono stati messi in atto - ha ricordato - pestaggi,
torture e uccisioni”. Nel mese di maggio a Banket, a meno di 20 chilometri da Chinhoyi,
“un giovane è stato sequestrato e ucciso”. Questo ha provocato “un grandissimo senso
di rabbia, di tristezza e di disperazione in tutta la diocesi”. Si tratta solo di
un caso. Molti preti – ha detto il presule - sono inoltre stati aggrediti “per presunte
simpatie con l'opposizione”. Nonostante questa drammatica situazione, lo Zimbabwe
– secondo mons. Dieter Bernd Scholz - avrà un grande futuro. “Al tempo dell'indipendenza
gli abitanti dello Zimbabwe — ha ricordato il presule — potevano vantare il miglior
grado di istruzione tra gli africani sub sahariani”. E non c'è dubbio che “il lavoro
dei missionari sia stato determinante”. Parlando del ruolo della Chiesa e dei pastori
nelle tormentate vicende del Paese il vescovo di Chinhoyi ha sottolineato infine che,
mentre tutte le strutture sembrano crollarle intorno, “la Chiesa rimane una delle
ultime voci”. Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose “danno voce a chi non ce l'ha”.
Lo Zimbabwe — ha concluso il presule le cui parole sono state riprese dall'Osservatore
Romano — può rinascere. È un miracolo invocato dalla gente, una speranza che può avverarsi”.
(A.L.)