Kirghizistan: sarà processato il presidente deposto Bakyev
Dovrà rispondere davanti alla giustizia per aver “versato il sangue dei suoi concittadini”.
Sarà processato, dunque, il presidente deposto del Kirghizistan, Kurmanbek Bakyev:
così ha deciso il governo ad interim del Paese dopo il colloquio con l’inviato americano
Robert Blake. Il servizio di Roberta Barbi:
“Ha oltrepassato
i limiti della sua immunità e ora deve presentarsi in tribunale e prendersi la responsabilità
delle sue azioni”. Questa la decisione del governo in carica ad interim sulla sorte
dell’ex capo dello Stato del Kirghizistan, fuggito dalla capitale Bishkek e riparato
nel suo villaggio natale dopo le violente proteste di piazza esplose il 7 aprile scorso,
in cui hanno perso la vita 83 persone. Oggi, il diplomatico americano Robert Blake,
inviato nel Paese asiatico, ha promesso l’aiuto di Washington e si è detto “ottimista
sui passi che il governo ad interim sta compiendo”. Intanto, il presidente Bakiyev
dal sud, dove ha formato un governo provvisorio, chiede garanzie per sé e per la sua
famiglia in cambio di una rinuncia al suo incarico, ipotesi che sta prendendo in considerazione
dopo essere stato minacciato di arresto se non lascerà il Paese volontariamente.
Iraq Una
violenta esplosione avvenuta oggi nel centro di Baghdad e causata da un ordigno piazzato
sul ciglio della strada nei pressi del ponte degli al Ahrar ha ferito almeno tre persone.
Prima della deflagrazione, secondo i testimoni, si erano sentiti colpi di arma da
fuoco. Questa mattina, inoltre, in altri due attentati sono stati uccisi il capo dipartimento
dell’Antiterrorismo della polizia irachena e l’imam sunnita della moschea di Rahmane.
Iran In
Iran, riferisce oggi la stampa locale, un uomo condannato a morte per rapina a mano
armata è stato pubblicamente impiccato e al suo complice sono state tagliate una gamba
e una mano. A stabilire le condanne è stata la magistratura di Teheran. I due, insieme
con un terzo uomo, erano accusati di aver attaccato alcuni automezzi pesanti per rubarne
il carico. Dall’inizio dell’anno, sono 39 le condanne a morte eseguite nel Paese.
Medio
Oriente Un allarme terrorismo insolitamente grave è stato lanciato ieri sera
dalla Centrale israeliana per la lotta al terrorismo e riguarda i cittadini israeliani
presenti nella penisola egiziana del Sinai. Ci sarebbe un concreto rischio di rapimento,
così la Centrale ha chiesto alle diverse migliaia, secondo le stime, di cittadini
israeliani che potrebbero essere coinvolti, di fare immediatamente ritorno in patria.
Afghanistan Filo
diretto Frattini-Karzai per accelerare le indagini in Afghanistan e garantire la massima
assistenza ai tre italiani di Emergency, arrestati sabato a Lashkar-gah. Il ministro
degli Esteri in giornata riferirà in Parlamento sulla vicenda. Intanto sul sito Internet
della Ong italiana si legge che sono scaduti i termini di 72 ore per il fermo e ancora
non si hanno notizie sulla posizione giuridica dei tre italiani. L’organizzazione
ha così deciso di mobilitare il web attraverso la campagna “Io sto con Emergency”,
che ha già raggiunto circa 200mila adesioni.
India Un violento uragano
si è abbattuto nella notte sullo Stato indiano del Bengala occidentale. L’area più
colpita è stata quella del distretto di North Dinajpur, 500 km a nord-est di Calcutta,
vicino al confine con il Bangladesh, dove il bilancio provvisorio delle vittime indica
68 morti, ma si teme che molti di più siano rimasti sotto le macerie delle 50mila
capanne andate completamente distrutte. Si parla anche di 200mila feriti e di decine
di migliaia di persone rimaste senza casa. La zona è attualmente isolata: mancano
collegamenti telefonici ed elettricità.
Thailandia È il giorno della
“battaglia finale”, oggi, per le camicie rosse thailandesi che da oltre un mese manifestano
con violenza a Bangkok contro il primo ministro Abhisit Vejjajiva, chiedendo le dimissioni
del governo che non riconoscono come legittimo ed elezioni anticipate. I manifestanti,
nella giornata di oggi, lasceranno la loro base operativa di Phan Pah, vicino alla
sede del governo, per concentrarsi nel cuore commerciale e turistico della città,
Rachaprasong, e diventare così “un unico grande esercito”. Intanto, sale a 23 il bilancio
delle vittime degli scontri.
Filippine Nuovi scontri questa mattina
tra le forze di sicurezza e i militanti islamici vicini ad Al Qaeda nella città di
Isabela, capitale dell’isola di Basilan, nel sud delle Filippine, dove la tensione
resta alta. A scatenare gli scontri, che per fortuna non fanno registrare vittime,
il tentativo dei soldati di rintracciare i militanti di Abu Sayyaf in fuga nella periferia
boschiva della capitale dopo i due attentati di ieri. Un appello a fermare la violenza
è arrivato anche dal vescovo di Isabela, Martin Jumoad, che ha raccontato come un
commando di ribelli abbia attaccato la cattedrale, senza causare vittime.
Haiti A
tre mesi dal terremoto che ha sconvolto l’isola di Haiti, la first lady americana
Michelle Obama si è recata in visita ai bambini nei campi profughi accompagnata da
Jill Biden, moglie del vicepresidente Usa. Dopo aver visitato la capitale Port-au-Prince
dall’alto, a bordo di un elicottero, e aver incontrato il presidente Preval e sua
moglie Elisabeth, la first lady si è intrattenuta con i piccoli haitiani ospitati
nelle tendopoli giocando e cantando a lungo con loro.
Nigeria Sono
stati rilasciati i quattro operai, tre siriani e un libanese, che erano stati rapiti
il 9 aprile scorso nel sud del Paese. Gli ostaggi erano stati sequestrati da un gruppo
di uomini armati mentre lavoravano in un cantiere a Port Harcourt, nella regione del
Delta del Niger.
Sudan Varia tra il 54 e il 67%, l’affluenza ai seggi
per le elezioni politiche e presidenziali in Sudan. Secondo la tv araba al Jazeera,
nella sola capitale Khartoum fino a ieri sarebbero andati a votare il 62% degli aventi
diritto. Non pochi problemi si sono avuti nelle sezioni elettorali di alcune province
nel sud del Paese africano per il forte ritardo nelle operazioni di voto. La commissione
elettorale ha dunque deciso di procrastinare a domani il termine ultimo per votare
e di iniziare venerdì lo spoglio delle schede.
Australia La polizia
australiana ha arrestato il comandante e l’ufficiale in prima del cargo cinese disincagliato,
ieri, che il 3 aprile scorso si arenò sulla Grande Barriera corallina dell’Australia
facendo rischiare la catastrofe ambientale. I due, entrambi cittadini cinesi, rischiano
multe da migliaia di euro, e l’ufficiale in prima, che era di guardia al momento del
disastro, anche tre anni di carcere. Domani, nel tribunale di Gladstone, dovranno
rispondere del danno provocato al parco marino che rientra nel patrimonio mondiale
dell’Unesco.
Unione Europea Un piano d’azione in 12 punti sarà presentato,
mercoledì 21 aprile, dalla Commissione europea. La proposta sarà fatta agli Stati
membri con l’obiettivo di arrivare a una quantità di aiuti allo sviluppo pari allo
0,7% del Pil del 2015. Lo ha annunciato il commissario Ue per lo Sviluppo, Andris
Piebalgs. Nel corso del 2009, infatti, molti Paesi si sono visti costretti a diminuire
gli aiuti e questo potrebbe ostacolare il perseguimento dell’obiettivo europeo dello
0,56% del Pil entro il 2010.
Karadzic È ripreso ieri all’Aja il processo
all’ex leader serbo Radovan Karadzic, accusato di crimini di guerra e genocidio durante
la guerra nella ex Jugoslavia tra il 1992 e il 1995. Nel corso dell’udienza, il primo
faccia a faccia tra Karadzic e il musulmano Ahmet Zulic, sopravvissuto alla prigionia
del campo di detenzione di Manjac, nella parte nord-occidentale della repubblica ex
jugoslava e a suo tempo già accusatore dell’ex dittatore Slobodan Milosevic. Il testimone
ha parlato di un vero e proprio piano “per far scomparire i bosniaci musulmani dalla
faccia della Terra”. Karadzic ha negato qualunque responsabilità.
Polonia Sarà
annunciata il prossimo 21 aprile la data delle elezioni in Polonia: alla fine ha deciso
così il presidente ad interim, Bronislaw Komorowski, che avrebbe dovuto dare oggi
l’annuncio ufficiale. Le ipotesi più accreditate, comunque, sarebbero quelle del 13
oppure del 20 giugno. Le presidenziali polacche saranno anticipate a causa della morte
in un incidente aereo, avvenuto sabato scorso, del presidente Lech Kaczynski e di
alcuni esponenti dell’esecutivo. In casi come questo, la Costituzione del Paese prevede
che la data delle elezioni debba essere resa nota entro due settimane dalla morte
del presidente e che si debba andare alle urne entro due mesi dall'annuncio ufficiale.
Grecia Potrebbe
costare ben 90 miliardi il salvataggio della Grecia secondo il quotidiano Handelsblatt
che cita in proposito fonti europee. I 30 miliardi già definiti quindi domenica scorsa
dall’Eurogruppo sarebbero soltanto “un primo passo”. Intanto stamattina la Borsa di
Atene apre con un netto ribasso dell’Indice Generale che perde oltre l’1% dopo il
2,21% di ieri. La preoccupazione degli analisti è che il risultato dell’asta di T-Bills
non sia stato sufficiente a sgombrare il campo dai dubbi sulla capacità della Grecia
di autofinanziarsi nel medio e nel lungo termine. Se, infatti, l'asta è andata più
che bene nella quantità dei titoli venduti, non altrettanto per i tassi, che rimangono
troppo alti. Intanto, oggi, con le categorie degli avvocati e dei tassisti, è iniziata
l’ondata di scioperi.
Irlanda del Nord L’esercito dell’Irlanda del
Nord ha disinnescato nella notte un ordigno trovato in un’auto parcheggiata davanti
alla stazione di polizia di Newtownhamilton, nella contea di Armagh. Nella zona sono
state evacuate una sessantina di abitazioni. Lunedì scorso un’autobomba era esplosa
davanti alla sede dei servizi segreti britannici Mi5 a Belfast.
Ungheria Il
partito socialista ungherese, sconfitto alle elezioni di domenica, ha deciso di ritirare
quattro candidati dal secondo turno delle consultazioni e di invitare i suoi elettori
a sostenere i verdi-liberali dell’Lmp. La decisione è stata annunciata ieri sera dal
segretario socialista, Ildiko Lenvai. L’obiettivo è impedire al partito di centrodestra
di conquistare la maggioranza dei due terzi.
Spagna Un aereo del
soccorso marittimo spagnolo e due navi rastrellano da questa mattina all’alba le acque
di fronte a Punta Naranja, dove ieri pomeriggio è stato avvistato un barcone di migranti
affondato per cause sconosciute. Finora sono stati salvate tre o quattro persone e
i dispersi sono ancora 11. Il barcone, stando alle ricostruzioni, sarebbe partito
due giorni prima dall’Algeria con 14 persone a bordo. IslandaLa polizia
locale riferisce di una maxi evacuazione effettuata questa mattina in Islanda per
il rischio di eruzione di un vulcano nel ghiacciaio Eyjafjallajokull. Ben 800 persone
sono state costrette a lasciare le loro case per motivi di sicurezza. Già il 21 marzo
scorso nella zona, a 150 km dalla capitale Reykjavik, erano state evacuate 500 persone
a causa di un’eruzione. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi e Carla
Ferraro)
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