Il Tempo pasquale rinnova la speranza dell'umanità: intervista con Giorgio Vittadini
Il Tempo pasquale rinnova la speranza dell'umanità: anche in situazioni difficili,
anche nel buio della vita, l'annuncio del Cristo Risorto ridona fiducia in una vita
nuova. Ma nella realtà di tutti i giorni appare spesso difficile oggi incarnare questa
speranza. Luca Collodi ne ha parlato con Giorgio Vittadini, presidente
della Fondazione per la sussidiarietà, un'esperienza nata nell'ambito di Comunione
e Liberazione:
R. – Era
difficile anche duemila anni fa: abbiamo ammazzato Dio, per cui, peggio di così non
potevamo … Eppure, dopo tre giorni è risorto! Penso che anche dopo duemila anni, la
speranza è la stessa: che di fronte a qualsiasi nefandezza, a qualunque peccato che
noi commettiamo, c’è questo sacrificio di Dio che mostra sempre, in ogni vita e in
ogni esperienza, per chi lo vuole, che una resurrezione e un cambiamento possibile.
E lo si vede nel cambiamento di tanta gente: tanta gente che può aver sbagliato ma
che poi, nell’incontro con Cristo, mostra un’umanità diversa che è speranza per tutti.
Questa è la speranza di oggi, come di duemila anni fa.
D.
– Quando diciamo alla gente che la speranza passa anche attraverso la sofferenza,
molti non credono, si allontanano, vedono questa esperienza completamente fuori dal
tempo …
R. – Perché non fanno esperienza: ha detto
la parola giusta. Quanti malati soffrono e riescono a mostrare una positività perché
vedono la luce di una presenza di Cristo che li conforta visibilmente e rende la loro
vita più lieta di quella di tanta gente che sta bene … Quanta gente povera, che vive
nell’indigenza, costruisce! Il cristianesimo è un’esperienza: si vede, si incontra,
si tocca.
D. – La sofferenza è data anche dagli attacchi
che la Chiesa subisce. Perché la Chiesa è sotto attacco, secondo lei?
R.
– La Chiesa è sotto attacco certamente perché c’è sporcizia nella Chiesa, come ha
detto il Papa, ma poi perché vogliono uccidere un’altra volta Cristo, perché non vogliono
far capire alla gente, ma innanzitutto a se stessi, che anche di fronte a queste nefandezze
c’è una speranza, c’è una possibilità! Anche nella vita concreta c’è gente che ha
sbagliato e che nell’incontro con Cristo diventa migliore di noi! E’ la storia di
Zaccheo, è la storia della Maddalena, è la storia di tanti del Vangelo che ritrovano
la possibilità di una vita. L’attacco alla Chiesa è perché non si vuol far sapere
agli uomini che questo è possibile; si vuole cancellare quello che Cristo ha portato
nel mondo non solo con il suo insegnamento ma con la sua presenza: la possibilità
di vincere il male, anche il male supremo, che è infinitamente peggiore di quello
di oggi, che è stato, appunto, quello di uccidere Dio!
D.
– Significa che il Bene, oggi, è più debole oppure in questo periodo storico la Chiesa
deve passare da questa sofferenza?
R. – Noi abbiamo
avuto epoche nella storia peggiori di questa. Oggi, la Chiesa, come guida, è forte
e chiara. La vera questione è che c’è sempre una Passione. Noi sappiamo che dobbiamo
passare per questa Passione, per i nostri peccati ma anche per questa chiamata che
Cristo fa a noi, di partecipare alla sua sofferenza e al suo sacrificio.(Montaggio
a cura di Maria Brigini)