In Kirghizistan si allontana la possibilità di soluzioni concordate della crisi. Il
governo provvisorio di Bischkek ha deciso di privare dell'immunità Bakiyev. Il provvedimento
rende ora possibile l'arresto dell'ex capo dello Stato. Quello del Kirghizistan è
solo uno degli stravolgimenti politici che avvengono periodicamente nelle ex repubbliche
sovietiche. In questo contesto come si può sintetizzare quanto sta accadendo a Bishkek?
Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore
di “Famiglia Cristiana” ed esperto dell’area:
R. – Questo
è un Paese con caratteristiche particolari. Da un punto di vista economico, è uno
Stato dove la maggioranza della popolazione ancora vive di agricoltura ma dove, in
realtà, i soldi in grande quantità arrivano dall'esportazione delle risorse energetiche,
tra cui il gas. Dal punto di vista della politica internazionale, è un Paese assolutamente
bloccato perché è praticamente circondato dagli interessi convergenti di Russia, Stati
Uniti e Cina. Quindi è un Paese che in realtà ha pochissima autonomia geopolitica
e bolle all’interno, proprio perché ci sono le élite che si succedono e che vogliono
mettere le mani sui rubinetti del gas che sono quelli che arricchiscono.
D.
– Quanto è pericolosa questa situazione?
R. – Io
credo che, da questo punto di vista, saranno poi appunto le grandi potenze - in primo
luogo gli Stati Uniti che sono presenti con una base militare nel Paese e la Russia
che anch’essa ha delle basi - a depotenziare la situazione. Ma Kiev non ha raccolto,
presso Mosca e Washington una particolare solidarietà. E' un po’ come se questi due
Paesi fossero assolutamente disposti a lasciarlo andare. Io credo che sarà anche nel
loro interesse cercare di evitare un’escalation troppo clamorosa. Probabilmente, Kiev
verrà convinta ad andarsene.
D. – Perché non si investe,
da un punto di vista di politica internazionale, su queste piccole Repubbliche?
R.
– Perché la politica internazionale su questi Paesi investe solo in controllo: è la
storia che abbiamo visto ripetersi da tante parti, anche in Africa, in Asia … I governi
di Stati Uniti, della Russia, della Cina investono su chi comanda a prescindere dalle
sue capacità, o investono su chi garantisce loro il rispetto di determinati interessi.
E poi sono in realtà intercambiabili, perché la storia del Kirghizistan è una storia
di almeno due-tre rivoluzioni che nascono come democratiche e finiscono poi in questa
maniera!