Thailandia: l’appello alla pace dell’arcivescovo di Bangkok
Pace, negoziato, preghiera e, soprattutto, stop alla violenza: sono questi gli ingredienti
necessari per risolvere la crisi in corso da alcuni giorni in Thailandia. A esporli
all’agenzia Fides è l’arcivescovo di Bangkok, Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij,
preoccupato per l’evoluzione violenta delle manifestazioni. “La situazione è molto
delicata – afferma il presule – c’è un’evidente spaccatura politica tra le ‘camicie
rosse’ che chiedono nuove elezioni e il governo legalmente riconosciuto e in carica
legittimamente”. L’arcivescovo mette in guardia, inoltre, dalle “forze oscure che
intendono far precipitare la situazione nel caos” e parla dell’esistenza di “un’agenda
politica nascosta dietro queste manifestazioni di piazza. È opinione corrente che
siano manovrate dall’ex premier Thaksin Shinawatra che finanzia i dimostranti”. La
Thailandia si trova, dunque, in una fase in cui regna la confusione politica e sociale,
all’interno della quale senza fatica s’insinuano gruppi che seminano violenza. Il
presule si chiede dove si pensa di arrivare: “Non bisogna certo andare alla guerra
civile – raccomanda – che sarebbe una tragedia nazionale. Speriamo la situazione possa
evolversi pacificamente e chiediamo a tutte le parti in campo di rigettare la violenza
e rispettare lo Stato di diritto”. Da un mese, cioè più o meno da quando le ‘camicie
rosse’ hanno avviato le proteste e il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza schierando
l’esercito, i vescovi locali hanno mobilitato i fedeli per la preghiera con la quale
chiedono a Dio la grazia della pace per la Thailandia. (R.B.)