Ostensione della Sindone: intervista col prof. Baima Bollone
Trentamila persone sono attese oggi a Torino per vedere la Sindone. Ieri oltre 48
mila hanno sostato davanti al sacro lino nel Duomo della città. Nei prossimi giorni
sono comunque prenotati quasi unmilione e mezzo di posti. Questa sera l'arcivescovo
di Vienna, il cardinale Christoph Schoenborn, terrà una conferenza proprio nella Cattedrale
di San Giovanni Battista sul tema dell'Ostensione, “Passio Christi, passio hominis”.
Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento del prof. Pierluigi Baima
Bollone, ordinario di medicina legale all’Università di Torino, uno dei più affermati
studiosi della Sindone.
R. – La Sindone,
restaurata nel 2002, viene esposta per la prima volta dopo questo importante intervento
che l’ha restituita, in quanto immagine, alla sua percezione dal punto di vista tecnico,
originale. E quindi, è alla vista di tutti quello che ci viene da un fatto, al quale
è legata la nostra religione che è anche una religione storica, avvenuto 1980 anni
fa e che ha modificato la storia dell’umanità. D. – Secondo
lei, si arriverà mai ad un punto di vista univoco per quanto riguarda la Sindone? R.
– Univoco non so; certo che ogni giorno aumenta il numero delle persone che la ritengono
autentica nel doppio significato di antico lenzuolo funerario e di Sindone di Gesù,
e diminuiscono gli sfavorevoli. D. – Professore, lei ribadisce:
la datazione è univocamente quella del periodo di Cristo … R.
– Io dico – ma vi è consensus da un punto di vista scientifico internazionale – su
queste mie affermazioni, che i caratteri del tessuto, i caratteri cioè della produzione
tessile su cui ci sono le immagini, da un punto di vista archeologico sono sia per
il manufatto, sia per la presenza di una cucitura del tutto particolare, riferibili
all’epoca di 1980 anni fa. C’è poi la questione dei pollini che ha trovato, tra l’altro,
tre tipi di pollini di piante anemofile, cioè pollini distribuiti soltanto dagli insetti
e quindi per un breve territorio circostante la pianta che li ha emessi, che vivono
tutte e tre insieme e fioriscono tutte e tre insieme in un unico posto al mondo incentrato
sui monti della Giudea. E questo dà la garanzia scientifica assoluta della provenienza
geografica del tessuto della nostra Sindone. D. – Lei ha contestato
la cosiddetta analisi del radiocarbonio che invece datava la Sindone molto più avanti
nel tempo … R. – Il prelievo sul quale è stata fatta l’analisi
detta del radiocarbonio al fine di una datazione, è stato prelevato in un unico punto
della periferia, in cui – a prescindere dal fatto che oggi si tenda a pensare che
il prelievo sia accaduto su un rammendo medievale e quindi la data non sia quella
del tessuto originale, era comunque un punto estremamente inquinato e di proprietà
estremamente discutibile ai fini della radio-datazione. D. –
Lei è stato anche all’apertura dell’ostensione: cosa vuole dire ai nostri ascoltatori? R.
– Che invito tutti coloro che hanno la possibilità ad andare a fare un pellegrinaggio
a Torino, perché si tratta di una visione veramente incomparabile che ci riporta ad
una condizione di sofferenza di tutta l’umanità, da sempre.