Il Magistero di Benedetto XVI sulla Divina Misericordia: l'amore per il nemico,
nucleo della rivoluzione cristiana
La missione della Chiesa è portare a tutti “la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso
di Dio”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, ieri al Regina Caeli nella Domenica
che chiude l’Ottava di Pasqua, ed è stata intitolata da Giovanni Paolo II alla Divina
Misericordia. Nel servizio di Alessandro Gisotti, riproponiamo alcune riflessioni
di Benedetto XVI sull’amore misericordioso del Signore e sulla centralità del suo
annuncio:
“Noi non
siamo in balia di forze oscure”, ma “siamo affidati all’azione del Signore”, alla
sua Misericordia. Fin dai primi passi del suo Pontificato, Benedetto XVI ha messo
l’accento sulla dimensione d’amore di Dio. “La misericordia di Dio – sottolinea il
Papa – è eterna, è presente giorno per giorno”. Il Signore, osserva, “è certo trascendente
come creatore e arbitro dell’essere, ma è anche vicino alle sue creature”. E rammenta
più volte che le Scritture ci mostrano un Dio “lento all’ira” e “ricco di misericordia”,
sempre “disponibile a perdonare ed aiutare”. Questa è l’autentica grandezza di Dio:
“Grandi
sono le opere del Signore: ma questa grandezza che vediamo nella grandezza della Creazione,
questo potere è superato dalla grandezza della misericordia. Infatti, avendo detto
il profeta: 'Grandi sono le opere di Dio', in un altro passo aggiunse: 'La sua misericordia
è superiore a tutte le sue opere'. La misericordia, fratelli, riempie il cielo, riempie
la terra".(Udienza generale, 1 febbraio 2006) Esemplare,
sottolinea il Papa, è la vicenda di Giuda. Anche Pietro, osserva, rinnegò Cristo,
ma seppe accettarne il perdono. In Giuda, ribadisce, il pentimento “degenera in disperazione”
a infine in un gesto di “autodistruzione”. Di qui, ci esorta Benedetto XVI, ne traiamo
un fondamentale insegnamento:
“E’ per noi un invito
a tener sempre presente quanto dice San Benedetto: ‘Non disperare mai della misericordia
divina’. Gesù rispetta la nostra libertà. Gesù aspetta la nostra disponibilità al
pentimento e alla conversione: è ricco di misericordia e perdono”. (Udienza generale,
18 ottobre 2006) Significativo
quanto poi il Papa afferma, rivolgendosi ai sacerdoti, in un incontro promosso dalla
Penitenzieria Apostolica:
“La coscienza del proprio
limite ed il bisogno di ricorrere alla Misericordia Divina per chiedere perdono, per
convertire il cuore e per essere sostenuti nel cammino di santità, sono fondamentali
nella vita del sacerdote: solo chi per primo ne ha sperimentato la grandezza può essere
convinto annunciatore e amministratore della Misericordia di Dio”. (Udienza Penitenzieria
Apostolica, 11 marzo 2010) Di fronte
alla violenza nel mondo, rammenta il Pontefice, Gesù ci chiede di amare i nostri nemici.
Un amore “che eccede le capacità umane”. E tuttavia, avverte il Papa, alle ingiustizie
e violenze presenti nel mondo si deve contrapporre “un di più di amore”. Un di più
“che viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù”:
“L’amore
del nemico costituisce il nucleo della 'rivoluzione cristiana', una rivoluzione non
basata su strategie di potere economico, politico o mediatico. La rivoluzione dell’amore,
un amore che non poggia in definitiva sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si
ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa. Ecco
la novità del Vangelo, che cambia il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei 'piccoli',
che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita”. (Angelus,
18 febbraio 2007)