Canada: appello dei vescovi per estendere le cure palliative a tutta la popolazione
Un’opposizione ferma a qualunque proposta di legge che in qualche modo promuova l’eutanasia
e cancelli così le pene previste per chi compie assistenza al suicidio: è l’appello
al governo federale di Ottawa, in Canada, rivolto dai vescovi canadesi che chiedono
nel contempo all’Esecutivo di mettere a disposizione di tutti i cittadini le cure
palliative. È quanto riportato dall’Osservatore Romano del messaggio inviato da Pierre
Morrissette, presidente della Conferenza episcopale canadese e vescovo di Saint Jérôme,
al primo ministro Stephen Harper. Il presule scrive che tutti i media del Paese stanno
concentrando l’attenzione sul progetto di depenalizzazione dell’eutanasia, mentre
i vescovi intendono incoraggiare i politici a prendere posizione e assicurare alla
popolazione canadese la possibilità di scegliere cure palliative che consentano a
quanti sono arrivati alla fase finale della vita, di morire con dignità. Stando ai
dati riportati dal vescovo, che fanno parte di un’indagine realizzata nel 2005, oggi
solo il 15% dei canadesi ha possibilità di ricorrere alle cure palliative e questa
percentuale scende al 3 nel caso di bambini gravemente ammalati. Le cure palliative,
secondo i vescovi, devono essere estese su scala nazionale nella sanità pubblica,
cui possono avere accesso sia le comunità sia le singole famiglie. Tornando al tema
dell’eutanasia, infine, la Conferenza episcopale ricorda l’aspro dibattito in Parlamento
nel maggio 2009, quando la parlamentare Francine Lalonde presentò una proposta di
legge in favore della depenalizzazione dell’assistenza al suicidio. (R.B.)