Ottava di Pasqua. Benedetto XVI: su Cristo "pietra angolare" si regge con sicurezza
la Chiesa di ogni tempo
La liturgia del venerdì dell’Ottava di Pasqua celebra, attraverso le parole di Pietro,
il Cristo che, risorto, è diventato “pietra d’angolo” dopo essere stato “scartato”
da quei “costruttori” che lo avevano misconosciuto e condannato alla Croce. Su questa
pietra angolare, ha ripetuto molte volte in questi anni Benedetto XVI, poggia da sempre
la solidità della Chiesa, il suo insegnamento, l’autorità dei vescovi, l’esperienza
delle comunità cristiane. Alessandro De Carolis ricorda alcune delle affermazioni
del Papa su questo tema:
Quando si
parla di “tradizione”, in riferimento ai comportamenti di una società, di un Paese,
si evoca in genere quel complesso di usi rituali, talvolta di semplici abitudini,
tramandati da generazioni, capaci di dare risalto solenne a una memoria antica e importante
per quella stessa società, per quel Paese, resistendo al logorio del tempo. Ben più
profondo per la Chiesa è il concetto di “Tradizione apostolica”, che non si basa sulla
mera perpetuazione di remote usanze religiose inventate dall’uomo, ma nasce dagli
atti di Cristo con i primi Apostoli e arriva fino “all'esperienza attuale del Cristo
nella sua Chiesa”, al legame tra i fedeli e i loro pastori. In altre parole, ha spiegato
Benedetto XVI, “la Tradizione è la continuità organica della Chiesa, Tempio santo
di Dio Padre, eretto sul fondamento degli Apostoli e tenuto insieme dalla pietra angolare,
Cristo, mediante l’azione vivificante dello Spirito”. E’ dunque su una pietra immortale,
che è Cristo Risorto, che da duemila anni si perpetua l'esperienza della Chiesa:
“La
tradizione è il fiume vivo che ci collega con le origini. Il grande fiume che ci porta
al porto dell’eternità. Così essendo in questo fiume vivo si verifica sempre di nuovo
la parola che abbiamo sentito all’inizio, la parola del Signore: io sono con voi tutti
i giorni della vita, fino alla fine del mondo”. (27 aprile 2006) La
certezza consolante della presenza di Gesù accanto ai suoi, lungo i singoli giorni
della storia, deve essere chiaramente trasmessa – ha indicato in molte circostanze
il Pontefice – soprattutto ai giovani, che saranno i costruttori della Chiesa di domani.
Una Chiesa, ha detto loro un giorno il Papa, che può mutare nell’esteriorità degli
stili ma non nel suo fulcro portante, Cristo “pietra d’angolo”:
“Sta
a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell’intelligenza e nella vita il
patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli
e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare. Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente
questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono
irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione”. (23 febbraio 2008)
“Il
tempio di mattoni – ha affermato in un’altra occasione Benedetto XVI – è simbolo della
Chiesa viva, la comunità cristiana, che già gli Apostoli Pietro e Paolo intendevano
come ‘edificio spirituale’, costruito da Dio con le 'pietre vive' che sono i cristiani,
sopra l’unico fondamento che è Gesù Cristo”:
“Dio
vuole edificarsi nel mondo un tempio spirituale, una comunità che lo adori in spirito
e verità. Ma questa ricorrenza ci ricorda anche l’importanza degli edifici materiali,
in cui le comunità si raccolgono per celebrare le lodi di Dio”. (9 novembre 2008) Per
il Papa, ogni comunità “ha pertanto il dovere di custodire con cura i propri edifici
sacri, che costituiscono un prezioso patrimonio religioso e storico”, poiché “la bellezza
e l’armonia delle chiese destinate a rendere lode a Dio” spicca come un invito a “noi
esseri umani, limitati e peccatori, a convertirci per formare un 'cosmo', una costruzione
ben ordinata, in stretta comunione con Gesù che è il vero Santo dei Santi”.