Filippine: lettera pastorale dei vescovi di Tuguegarao in vista delle prossime elezioni
Si avvicina l’appuntamento elettorale nelle Filippine: il prossimo 10 maggio, infatti,
oltre 50 milioni di votanti dovranno scegliere il presidente, il vicepresidente, circa
300 deputati delle due camere del Congresso ed oltre 17mila politici locali. Da notare
che si tratterà delle prime elezioni presidenziali dopo i 6 anni di governo della
presidente uscente Gloria Arroyo. In vista di questo momento cruciale della vita politica
del Paese, i vescovi della provincia metropolitana di Tuguegarao hanno diffuso una
Lettera pastorale, contenente delle linee-guida pastorali per tutti i fedeli. Il documento
– a firma di mons. Diosdado Talamayan, arcivescovo di Tuguegarao, di mons. Ramon Villena,
vescovo di Bayombong, di mons. Prudencio Andaya, vicario apostolico di Tabuk e di
mons. Joseph Nacua, vescovo di Ilagan – ricorda innanzitutto ai cattolici di esercitare
il diritto di voto in modo responsabile. “Esercitare il diritto di voto – scrivono
i presuli – è un atto moralmente significativo, poiché ciò deve essere fatto in base
alla ricerca della giustizia e della libertà e per il benessere della nazione”. Per
questo, i vescovi filippini definiscono “immorale la compravendita dei voti, come
se si trattasse di una merce”. E “ancora più deprecabile” viene definito l’atteggiamento
di chi, comprando voti, cerca di “ostacolare la libertà di espressione delle persone”.
Quindi, i presuli di Tuguegarao invitano i fedeli ad una scelta attenta dei candidati:
“Bisogna scegliere persone timorate di Dio – si legge nella lettera – virtuose, non
inclini ai vizi, rispettose della vita, vere amiche dei poveri, riguardose nei confronti
dell’integrità del Creato, semplici ed umili, un esempio di responsabilità per i cittadini
filippini”. Di qui, l’esortazione contenuta nel documento pastorale alla “tutela
dell’integrità del voto e alla condanna di ogni forma di violenza che potrebbe minare
la libertà degli elettori di votare secondo coscienza”. E ancora: i vescovi filippini
ribadiscono che “bisogna protestare energicamente contro l’uso della violenza e di
altre forme di coercizione morale che alcuni leader politici mettono in atto negli
uffici, nelle scuole e nelle organizzazioni, allo scopo di accrescere la lealtà ed
il sostegno per un determinato partito o candidato”. Poi, i presuli sottolineano l’importanza
degli osservatori e dei volontari chiamati ad assicurare l’imparzialità delle elezioni
e chiedono che il loro compito possa essere svolto senza alcuna restrizione. Un ulteriore
appello viene rivolto ai giovani affinché “affrontino, con coraggio e convinzione,
l’impegno ed i coinvolgimento politico”. Quanto alla presenza dei militari nelle circoscrizioni
elettorali, soprattutto nelle aree più a rischio, i vescovi auspicano che tale presenza
non venga strumentalizzata per supportare gli schieramenti politici. Infine, la Lettera
pastorale si sofferma sul problema delle spese elettorali: in particolare, i presuli
condannano chi ha speso in modo eccessivo per fare propaganda al proprio partito,
definendo “riprovevole” tale atteggiamento nei confronti di chi soffre. “Ricordiamoci
della lezione imparata dalle scorse elezioni – sottolineano i vescovi – e cioè che
una campagna elettorale dispendiosa non assicura un buon governo. Anzi: essa può portare
i politici eletti verso il circolo vizioso della concussione e della corruzione”.
(I.P.)