2010-04-09 15:01:41

Cresce anche tra i non cattolici la solidarietà al Papa


Si susseguono le espressioni di vicinanza e solidarietà a Benedetto XVI e non solo dal mondo cattolico. Sempre più voci sottolineano la linea ferma di Joseph Ratzinger per contrastare il grave scandalo della pedofilia nella Chiesa. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Attestati di solidarietà al Papa giungono sempre più anche da esponenti non cattolici. L’intellettuale ebreo Jon Juaristi ha scritto sul quotidiano spagnolo Abc che “non bisogna essere necessariamente cattolici” per comprendere il vero motivo degli attacchi alla Chiesa: espellere i cattolici dalla sfera pubblica. E sul quotidiano israeliano Jerusalem Post, l’ex sindaco di New York, Ed Koch, ha affermato che i “continui attacchi dei media” nei confronti del Papa e della Chiesa “sono diventati una manifestazione di anticattolicesimo”. La sequenza di articoli “sugli stessi eventi – ribadisce Koch – non sono più tesi ad informare, ma semplicemente a punire”.

 
La “veemenza contro Benedetto XVI”, osserva lo storico Andrea Riccardi, “viene da prima del Pontificato”. L’immagine di “duro inquisitore” che i media hanno voluto dare del cardinale Ratzinger, annota il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha preparato “il terreno ad un impatto difficile, ormai quasi sempre critico nei confronti di questo Papa”.

 
Solidarietà al Papa viene espressa da cardinali, da vescovi, sacerdoti o semplici fedeli da ogni parte del mondo. Dietro gli “ingiusti attacchi” al Papa, ha affermato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in visita in Cile, ci sono “visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo”. Opinione condivisa dai presuli del Vietnam i quali fanno notare che, mentre violenze, aborti e divorzi si diffondono in tutto il mondo, alcuni media riferiscono soltanto degli abusi dei sacerdoti. Distorsioni e menzogne nei confronti di Benedetto XVI vengono rilevate dal cardinale arcivescovo di Bombay, Oswald Gracias. Il porporato indiano ricorda inoltre, sull’Osservatore Romano, la sintonia tra Giovanni Paolo II e il prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, Joseph Ratzinger, nell’affrontare con serietà e fermezza la situazione degli abusi. Di qui, il paradosso di un attacco portato proprio contro chi, Wojtyla e Ratzinger, hanno dotato la Chiesa di strumenti più efficaci per affrontare lo scandalo della pedofilia.

 
Solidarietà al Papa è stata espressa dal cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Il porporato sottolinea che anche un solo caso di abuso di preti su minori “è troppo”. E tuttavia, denuncia “l’inconsistenza degli attacchi” a Benedetto XVI, che nei “confronti di questa gravissima piaga” si mostra “inflessibile” come evidenzia in particolare la vicenda dell’Irlanda. Chiede “più rispetto” per il Papa anche il cardinale Severino Poletto. L’arcivescovo di Torino constata che “ogni giorno c’è una puntata nuova”, ma la Santa Sede ha “dimostrato che le cose non sono state né insabbiate né sminuite”.

 
Intanto, rispondendo ad alcune notizie d’agenzie, un comunicato del Vicariato di Roma sottolinea che il cardinale Agostino Vallini, all’epoca vescovo di Albano, intervenne con tempestività nel caso di presunti abusi su minorenni da parte di un sacerdote, non appartenente al clero diocesano, che svolgeva ministero sacerdotale a Pomezia. Il sacerdote, si legge nella nota, “fu immediatamente sospeso a divinis e ne fu chiesto al legittimo superiore l’immediato trasferimento ad altra sede, senza l’esercizio del ministero”. La decisione, sottolinea il comunicato, “suscitò forti reazioni nella popolazione di Pomezia contro il vescovo per il provvedimento adottato, ritenuto eccessivamente severo”, ma mons. Vallini “mantenne la sua decisione”.







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