A Vienna Conferenza sulle mine antiuomo: molte vittime colpite anche dalla povertà
In tutto il mondo le vittime di mine antiuomo e di munizioni a grappolo ancora non
hanno accesso a servizi in grado di soddisfare diritti basilari. E’ la denuncia delle
organizzazioni International Campaign to Ban Landmines (Icbl) e Cluster Munition Coalition
(Cmc) in occasione della Conferenza apertasi ieri a Vienna che riunisce funzionari
delle Nazioni Unite, esperti e attivisti della società civile. Le vittime – ha spiegato
Ali Firoz Alizada, responsabile di Icbl – continuano a soffrire non soltanto a causa
delle ferite, ma anche “per l’estrema povertà in cui sono costrette a vivere, soprattutto
nelle aree più remote”. “I sopravvissuti – ha aggiunto Firoz, lui stesso vittima di
una mina antiuomo – hanno la forza e la volontà di contribuire ed essere parte integrante
delle rispettive comunità, incluse le attività economiche”. “Un sostegno di lunga
durata nei loro confronti – ha spiegato - dovrebbe essere prioritario in qualunque
piano di sviluppo e di riduzione della povertà”. L’obiettivo del convegno di Vienna
– ricorda l’agenzia Misna – è di analizzare percorsi da seguire per rendere concrete
le decisioni prese a Cartagena, in Colombia, dove lo scorso novembre si è tenuta la
II Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa. Il prossimo primo agosto entrerà
in vigore anche il Trattato di Oslo contro le bombe a grappolo. I delegati hanno invitato
i governi aderenti a non lasciar cadere nel vuoto gli impegni presi e ad applicare
le misure previste. (A.L.)