2010-04-08 11:53:36

Sri Lanka. Appello dell’arcivescovo di Colombo per elezioni libere e pacifiche


È un appello alla non violenza, al rispetto del diritto di voto e ad una scelta responsabile dei candidati quello lanciato da mons. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo, per le elezioni generali che si svolgono oggi nello Sri Lanka. Le operazioni di voto per il rinnovo del Parlamento sono iniziate alle 7.00 (le 3.30 in Italia), senza particolari problemi di ordine pubblico. Oltre 14 i milioni di elettori chiamati a scegliere 225 parlamentari fra i candidati di una trentina di partiti. Due i principali schieramenti: l’Alleanza per la libertà del popolo unito (Upfa), che fa capo al presidente Mahinda Rajapksa, e il Partito nazionale unito (Unp) che ha candidato l’ex comandante dell’esercito Sarath Fonseka, attualmente in carcere. In vista di questo importante appuntamento, quindi, mons. Ranjith ha diffuso una nota in cui lancia “uno speciale appello a tutti i srilankesi ed in particolare alla comunità cattolica”. “In primo luogo – scrive l’arcivescovo di Colombo – è responsabilità propria di tutti i cittadini dello Sri Lanka esercitare il diritto di voto. Ed è un dovere fare uso dell’opportunità dataci per influenzare il destino della nostra nazione nel modo migliore. D’altronde, non sono molte le opportunità che abbiamo per dire la nostra pubblicamente”. Inoltre, continua mons. Ranjith, è dovere dei cristiani “assicurare la salvaguardia dei diritto di voto, un diritto sacro e democratico. Come sottolinea il Concilio Vaticano II, il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna (Gaudium et Spes, n. 43)”. Quindi, l’arcivescovo di Colombo ricorda “ai candidati ed ai fedeli cattolici la necessità di evitare ogni tipo di negligenza, violenza o interferenza con la legge in questo momento così importante. Dobbiamo essere scrupolosamente corretti per rendere queste elezioni pacifiche ed essere pronti ad assicurare quella tranquillità che mette i responsabili in condizione di fare il loro dovere, secondo coscienza e rispettando la legge”. Ribadendo, poi, che “la trasparenza garantisce la credibilità e la legittimità di tutti gli eletti”, il presule auspica che “siano mantenuti livelli etici alti, specialmente nel frangente che va dalle operazioni di voto vere e proprie all’annuncio dei risultati”. Rivolgendosi, quindi, agli organizzatori delle elezioni, mons. Ranjith prega affinché “eseguano i loro compiti mantenendo l’integrità ed agendo con senso di responsabilità. E tutti noi dobbiamo sostenerli e facilitare il loro gravoso incarico”. Poi, lo sguardo dell’arcivescovo di Colombo si concentra sui candidati: “Inutile dire che le persone che eleggiamo dovrebbero essere uomini e donne onesti, impegnati nel servizio alla nazione al di là degli interessi personali, fautori e attori dei valori democratici”. “Devono essere responsabili e trasparenti nei confronti della popolazione – scrive ancora l’arcivescovo nella sua nota – Dovrebbero rispettare la diversità, sia essa di genere, razza, età o religione. L’integrazione nazionale, l’uguaglianza e l’unità tra tutte le fasce sociali dovrebbero essere gli obiettivi-chiave di ogni futuro governo”. Quindi, mons. Ranjith si dice convinto del fatto che “i cittadini siano abbastanza saggi da scegliere candidati che siano a tale livello, piuttosto che lasciarsi influenzare da slogan vuoti o da striscioni ammaliatori!”. Centrale, nelle parole del presule, anche “la necessità di evitare ogni forma di discriminazione e di assicurare l’uguaglianza in una società multiculturale come quella dello Sri Lanka”. “Sforziamoci - è quindi l’esortazione di mons. Ranjith – di far sì che le persone di tutte le religioni, le etnie e i punti di vista siano rappresentate nel corpo legislativo che eleggiamo”, così che “tutti i gruppi sociali possano sentirsi adeguatamente considerati da coloro che detengono il potere”. Ma per ottenere questo, l’arcivescovo di Colombo ribadisce la necessità di “elezioni libere, pacifiche e corrette”. Infine, un ultimo appello viene rivolto ai vincitori “perché collaborino con gli sconfitti” e agli sconfitti stessi “perché siano sufficientemente magnanimi da riconoscere di aver perso e lavorino insieme ai vincitori per rendere lo Sri Lanka un posto migliore per tutti i cittadini”. (I.P.)







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