Sri Lanka. Appello dell’arcivescovo di Colombo per elezioni libere e pacifiche
È un appello alla non violenza, al rispetto del diritto di voto e ad una scelta responsabile
dei candidati quello lanciato da mons. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo, per
le elezioni generali che si svolgono oggi nello Sri Lanka. Le operazioni di voto per
il rinnovo del Parlamento sono iniziate alle 7.00 (le 3.30 in Italia), senza particolari
problemi di ordine pubblico. Oltre 14 i milioni di elettori chiamati a scegliere 225
parlamentari fra i candidati di una trentina di partiti. Due i principali schieramenti:
l’Alleanza per la libertà del popolo unito (Upfa), che fa capo al presidente Mahinda
Rajapksa, e il Partito nazionale unito (Unp) che ha candidato l’ex comandante dell’esercito
Sarath Fonseka, attualmente in carcere. In vista di questo importante appuntamento,
quindi, mons. Ranjith ha diffuso una nota in cui lancia “uno speciale appello a tutti
i srilankesi ed in particolare alla comunità cattolica”. “In primo luogo – scrive
l’arcivescovo di Colombo – è responsabilità propria di tutti i cittadini dello Sri
Lanka esercitare il diritto di voto. Ed è un dovere fare uso dell’opportunità dataci
per influenzare il destino della nostra nazione nel modo migliore. D’altronde, non
sono molte le opportunità che abbiamo per dire la nostra pubblicamente”. Inoltre,
continua mons. Ranjith, è dovere dei cristiani “assicurare la salvaguardia dei diritto
di voto, un diritto sacro e democratico. Come sottolinea il Concilio Vaticano II,
il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il
prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna (Gaudium
et Spes, n. 43)”. Quindi, l’arcivescovo di Colombo ricorda “ai candidati ed ai fedeli
cattolici la necessità di evitare ogni tipo di negligenza, violenza o interferenza
con la legge in questo momento così importante. Dobbiamo essere scrupolosamente corretti
per rendere queste elezioni pacifiche ed essere pronti ad assicurare quella tranquillità
che mette i responsabili in condizione di fare il loro dovere, secondo coscienza e
rispettando la legge”. Ribadendo, poi, che “la trasparenza garantisce la credibilità
e la legittimità di tutti gli eletti”, il presule auspica che “siano mantenuti livelli
etici alti, specialmente nel frangente che va dalle operazioni di voto vere e proprie
all’annuncio dei risultati”. Rivolgendosi, quindi, agli organizzatori delle elezioni,
mons. Ranjith prega affinché “eseguano i loro compiti mantenendo l’integrità ed agendo
con senso di responsabilità. E tutti noi dobbiamo sostenerli e facilitare il loro
gravoso incarico”. Poi, lo sguardo dell’arcivescovo di Colombo si concentra sui candidati:
“Inutile dire che le persone che eleggiamo dovrebbero essere uomini e donne onesti,
impegnati nel servizio alla nazione al di là degli interessi personali, fautori e
attori dei valori democratici”. “Devono essere responsabili e trasparenti nei confronti
della popolazione – scrive ancora l’arcivescovo nella sua nota – Dovrebbero rispettare
la diversità, sia essa di genere, razza, età o religione. L’integrazione nazionale,
l’uguaglianza e l’unità tra tutte le fasce sociali dovrebbero essere gli obiettivi-chiave
di ogni futuro governo”. Quindi, mons. Ranjith si dice convinto del fatto che “i cittadini
siano abbastanza saggi da scegliere candidati che siano a tale livello, piuttosto
che lasciarsi influenzare da slogan vuoti o da striscioni ammaliatori!”. Centrale,
nelle parole del presule, anche “la necessità di evitare ogni forma di discriminazione
e di assicurare l’uguaglianza in una società multiculturale come quella dello Sri
Lanka”. “Sforziamoci - è quindi l’esortazione di mons. Ranjith – di far sì che le
persone di tutte le religioni, le etnie e i punti di vista siano rappresentate nel
corpo legislativo che eleggiamo”, così che “tutti i gruppi sociali possano sentirsi
adeguatamente considerati da coloro che detengono il potere”. Ma per ottenere questo,
l’arcivescovo di Colombo ribadisce la necessità di “elezioni libere, pacifiche e corrette”.
Infine, un ultimo appello viene rivolto ai vincitori “perché collaborino con gli sconfitti”
e agli sconfitti stessi “perché siano sufficientemente magnanimi da riconoscere di
aver perso e lavorino insieme ai vincitori per rendere lo Sri Lanka un posto migliore
per tutti i cittadini”. (I.P.)