2010-04-07 16:20:36

Stato d'emergenza in Thailandia. Irruzione di manifestanti nel Parlamento


Il governo thailandese ha decretato lo stato d'emergenza a Bangkok e in altre cinque province, dopo l'irruzione di centinaia di manifestanti antigovernativi - le 'camicie rosse' sostenitrici del deposto primo ministro Thaksin Shinawatra - nel cortile del Parlamento, nonostante la linea difensiva delle Forze dell'ordine. I deputati sono stati evacuati e i principali membri del governo sono stati portati via a bordo di elicotteri militari. I manifestanti chiedono le dimissioni del primo ministro e nuove elezioni. Intanto, il premier Vejjajiva ha cancellato il previsto viaggio negli Stati Uniti del prossimo 10 aprile. Sulla critica situazione del Paese asiatico Giada Aquilino ha intervistato Carlo Filippini, esperto di Asia Orientale, docente di Economia dello Sviluppo all’Università Bocconi di Milano :RealAudioMP3

R. – Le 'camicie rosse' protestano perché la situazione non si è ancora risolta: cioè il premier Thaksin Shinawatra, che fu deposto da un colpo di Stato nel settembre 2006, è ancora molto popolare perché le sue politiche economiche avevano aumentato il tenore di vita dei ceti rurali – teniamo conto che più di tre quarti della popolazione della Thailandia vive nelle campagne – e anche dei ceti urbani più poveri.
 
D. – L’ex premier venne però accusato di aver approfittato della propria posizione politica, all’epoca, per arricchirsi personalmente …
 
R. – Certamente. E’ stato, anzi, condannato a diversi anni di carcere per una compravendita di terreni giudicata irregolare e quasi due terzi dei suoi beni sono stati sequestrati perché accusato di aver accumulato queste ricchezze in conflitto di interessi. Purtroppo, la corruzione è molto diffusa in Thailandia e anche alcuni dei militari che parteciparono al colpo di Stato – si scrisse nella stampa thailandese – furono pagati appunto per partecipare al colpo di Stato.
 
D. – Perché l’attuale premier Vejjajiva non convince la popolazione?
 
R. – Sentenze della Corte Suprema thailandese hanno dapprima bandito dalla vita politica due ministri legati al vecchio premier Thaksin Shinawatra e poi addirittura hanno sciolto quello che era il partito più importante in Thailandia, sempre legato all’ex primo ministro. L’attuale governo non è nato da elezioni; praticamente tutte le elezioni, dal 2001 in poi, sono state vinte dal partito legato a Thaksin. Si tratta di un governo che risulta, all’opinione pubblica, un po’ imposto come risultato del colpo di Stato dei militari, del settembre 2006.
 







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