Gradi difficoltà e uno scarso afflusso di alunni hanno segnato la riapertura ufficiale
dell’attività scolastiche ad Haiti dopo il devastante sisma del 12 gennaio scorso.
Secondo i media locali, citati dall'agenzia Misna, soltanto pochi gruppi di alunni,
senza divisa, si sono ritrovati ieri all’ingresso dei pochi istituti che hanno riaperto
i battenti. Fra la popolazione sono ancora molti gli interrogativi su quante scuole
riapriranno? Sotto quali ripari? Con quale materiale? Quanti insegnanti? Pagati da
chi? E ancora una volta emerge lo stridente divario fra le classi sociali: l’elite
benestante ha potuto mandare i figli all’estero o in scuole private risparmiate dal
sisma, ma per la maggior parte dei piccoli haitiani la realtà rimane quella della
strada, dei ripari di fortuna e degli scarsi aiuti alimentari. “Buona parte degli
istituti, pubblici, privati o religiosi distrutti o pesantemente danneggiati sono
ancora in cantiere” riferisce ‘Radio Kiskeya’, precisando che “sotto tende e capannoni
si svolgono sedute di accompagnamento psico-sociale, una terapia di gruppo che dovrebbe
riunire alunni e insegnanti per tutta la settimana per facilitare la ripresa delle
attività didattiche”. Secondo il Fondo dell’Onu per l’infanzia, il terremoto – che
ha causato ufficialmente 230.000 morti - ha ucciso 4000 scolari, 454 insegnanti e
distrutto 4200 scuole. (M.G.)