Pasqua in Iraq: i cristiani invocano la pace per il Paese
Le violenze e gli attentati con morti e feriti di questi giorni, non hanno impedito
ai cristiani iracheni di festeggiare la Pasqua. A Kirkuk una delegazione di funzionari
governativi e leader musulmani locali hanno partecipato alla Veglia pasquale e alla
Messa. Una testimonianza di solidarietà alla comunità cristiana, vittima nelle ultime
settimane di una serie di attacchi mirati e costretti in migliaia alla fuga verso
zone più sicure o all’estero. Mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, riferisce ad
AsiaNews che la chiesa era gremita e le donne hanno colorato migliaia di uova “per
distribuirle ai fedeli e ai rappresentanti del governo”. Una famiglia musulmana ha
preparato un enorme pane da distribuire ai presenti. Circa 500 bambini che frequentano
le classi del catechismo, invece, hanno offerto i soldi risparmiati in Quaresima ai
poveri della città, compresi i musulmani. “Il bambino che ha portato il denaro all’altare
– sottolinea mons. Sako – ha detto che ‘con la preghiera’ si vince il male e il terrorismo”.
Durante l’omelia l’arcivescovo di Kirkuk ha sottolineato che “la risurrezione di Cristo
ci ricorda i valori del perdono, della riconciliazione, della pace e della vita”.
Il sacrificio e l’amore di Gesù, ha aggiunto il prelato, sono “la magna charta per
una vita umana dignitosa”. Egli ha inoltre spiegato che “l’emigrazione è un esilio;
dobbiamo rimanere nella nostra terra e rendere testimonianza della nostra fede cristiana”.
“Nella chiesa cristiana e nelle moschee – ha continuato mons. Sako – si impara l’amore,
la tolleranza e la cooperazione, per essere più vicini a Dio”. Per questo gli iracheni,
sulla base delle norme della legge e dei valori spirituali, devono “lavorare per la
riconciliazione” e superare le divisioni, che sono “segni della morte: l’unità è il
simbolo della vita”. In quest’ottica, secondo il prelato, sarà importante “la formazione
del nuovo Parlamento e del nuovo governo, capaci di imporre l’ordine e garantire stabilità”.
(R.P.)