Mons. Shomali: le persecuzioni generano nuovi cristiani
Si respira ancora la gioia pasquale nella Città Santa, dove questa mattina il patriarca
di Gerusalemme dei latini mons. Fouad Twal, insieme ai presuli delle altre Chiese,
si è recato a fare gli auguri al Patriarcato greco ortodosso e armeno, e a sua volta,
secondo la consuetudine, ha ricevuto nel Patriarcato latino i saluti pasquali delle
altre comunità. Sono incontri tradizionali che sottolineano la fraternità tra le diverse
denominazioni cristiane - ha detto mons. Twal - particolarmente quest’anno che la
Pasqua è stata celebrata nella stessa data. Con fede e raccoglimento ieri pomeriggio,
una piccola assemblea di religiosi e pellegrini ha celebrato la Messa del Lunedì dell’Angelo,
tra le rovine crociate e bizantine di Emmaus Nikopolis. Il sito - a metà strada tra
Gerusalemme e Tel Aviv - è una delle tre località con il nome di Emmaus, che si contendono
l’ubicazione dell’episodio evangelico. E’ sulla base di varianti testuali del Vangelo
di Luca - riguardanti la distanza misurata in stadi da Gerusalemme - che Nikopolis,
distante circa 30 km dalla Città Santa, è stata identificata come la Emmaus dell’apparizione
del Risorto. Il suo ritrovamento e i successivi scavi si devono alla rivelazione ricevuta
nel 1878 dalla prima Beata di Terra Santa, Mariam Baouardy, carmelitana con il nome
di Maria di Gesù Crocifisso, che passando per la campagna indicò il luogo come quello
della cena di Gesù con i due discepoli di Emmaus. La solenne celebrazione eucaristica
- presieduta da mons. Fouad Twal - è stata concelebrata anche da mons. Giacinto Boulos
Marcuzzo, vescovo ausiliare per Israele e titolare del Santuario, e dal cardinale
John Patrick Foley,Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme. Nell’omelia padre William Shomaly, nominato pochi giorni fa dal Papa
vescovo ausiliare del Patriarcato latino, ha preso in considerazione le prove della
Resurrezione: “L’avvenimento più straordinario della storia dell’umanità – ha detto
- del quale l’uomo non deve smettere di stupirsi e meravigliarsi. Segno credibile
del Risorto è il cristiano che si dona e perdona". Poi mons. Shomaly ha ricordato
gli attacchi mediatici contro il Santo Padre ma anche i cristiani perseguitati in
Pakistan, Iraq, Egitto, “che fanno esperienza di Cristo nel sepolcro. La sofferenza
e la persecuzione però non hanno l’ultima parola – ha aggiunto - tutto questo infatti
è il seme di nuove generazioni di cristiani”. Ieri mattina invece la comunità francescana,
insieme ai molti fedeli della parrocchia latina di Gerusalemme, si è recata come ogni
anno a Emmaus el Qubeibeh, dove il Custode di Terra Santa ha presieduto la tradizionale
Messa e nel pomeriggio i Vespri solenni con adorazione eucaristica. El Qubeibeh, villaggio
arabo distante circa 11 km da Gerusalemme, è un’altra Emmaus, che trovandosi nei territori
palestinesi, è difficile da raggiungere soprattutto per i fedeli locali. Il Lunedì
dell’Angelo diventa occasione di preghiera ma anche di svago e comunione per i cristiani
di Gerusalemme che – per motivi di permessi – raramente possono uscire dalla Città
Santa, eccetto in questo periodo di festività. (Da Gerusalemme, Sara Fornari)