L’Ottava di Pasqua nel pensiero del Papa: un cristiano consapevole che Cristo è risorto
è un cristiano audace nel testimoniarlo
La Risurrezione di Gesù è un fatto storico e insieme soprannaturale, grazie al quale
Cristo non “torna” alla condizione prima della morte, ma “passa” attraverso la morte
in una nuova dimensione di vita. In più occasioni durante il suo Pontificato, Benedetto
XVI ha spiegato ai fedeli il mistero della Pasqua cristiana. Un mistero, ha detto
il Papa, del quale Cristo chiama inizialmente a testimoni i suoi, dalla Maddalena
agli Apostoli, e da duemila anni ogni singolo battezzato perché lo annunci apertamente
al mondo. Alessandro De Carolis ricorda le principali riflessioni del Pontefice
sull’Ottava di Pasqua:
Se la morte
sul Golgota era stata un evento crudele e pubblico di un’agitata vigilia di Pasqua,
la Risurrezione si consuma nel privato del giorno seguente la festa. L’atto che cambia
la storia avviene lontano dagli occhi della folla, dai clamori e per renderlo accettabile
alla limitatezza dei sensi, nonostante sia stato annunciato, Cristo inizia a disseminarne
le prove sin dai primi istanti in cui la pietra rotola via dal sepolcro. La prima
delle “molte prove” è Lui stesso, che si mostra in vita a chi lo conosceva bene e
lo aveva visto morire. “Donna, perché piangi, chi cerchi?”, domanda a un’inconsolabile
e un attimo dopo stupefatta Maria di Magdala, nell’episodio proposto dalla liturgia
di oggi. Ma qui occorre “capire bene”, asserisce Benedetto XVI: “Quando l’autore
sacro dice che 'si mostrò vivo' non vuole dire che Gesù fece ritorno alla vita di
prima, come Lazzaro”. San Bernardo, ricorda il Papa, spiega che “la Pasqua che noi
celebriamo significa 'passaggio' e non 'ritorno', perché Gesù non è tornato nella
situazione precedente”: “In questo caso, infatti, sarebbe
stata una cosa del passato: duemila anni fa uno è risorto, è ritornato alla sua vita
precedente, come per esempio Lazzaro. La risurrezione si pone in un’altra dimensione:
é il passaggio ad una dimensione di vita profondamente nuova, che interessa anche
noi, che coinvolge tutta la famiglia umana, la storia e l’universo”.(15 aprile 2009) Poche
ore dopo essere apparso alla Maddalena, e nei quaranta giorni successivi, Gesù moltiplica
i segni tangibili della sua nuova vita oltre la morte: appare spesso nel Cenacolo,
parla con i suoi discepoli, mangia perfino davanti a loro, spezza il pane con quelli
di Emmaus. Per Pietro, Giovanni, Giacomo anche la Risurrezione diventa un dato incontestabile
come lo era stato la Croce: Gesù è vivo, la morte non ha corrotto il suo corpo. A
questo punto, però, i Vangeli sembrano, apparentemente, cadere in contraddizione.
Come si concilia quel “non trattenermi” che Gesù esige dalla Maddalena, quando lei
fa per toccarlo, con il “metti il dito al posto dei chiodi” che Gesù rivolge all’incredulo
Tommaso? Eppure “i due episodi - ha osservato Benedetto XVI - non sono in contrasto;
al contrario l’uno aiuta a comprendere l’altro” in queste prime, straordinarie ore
che scandiscono la Risurrezione: "Maria Maddalena vorrebbe
riavere il suo Maestro come prima, ritenendo la Croce un drammatico ricordo da dimenticare.
Ormai però non c’è più posto per un rapporto con il Risorto che sia meramente umano.
Per incontrarlo non bisogna tornare indietro, ma porsi in modo nuovo in relazione
con Lui: bisogna andare avanti! (...) E’ ciò che è avvenuto con Tommaso. Gesù gli
mostra le sue ferite non per dimenticare la Croce, ma per renderla anche nel futuro
indimenticabile". (11 aprile 2007) Da questa considerazione,
il Papa trae un’evidenza che duemila anni di cristianesimo non hanno per niente reso
scontata: “Nella Chiesa – dice – tutto si ferma, tutto si sfalda” se viene meno la
fede nella Risurrezione di Gesù: "Non è forse la certezza
che Cristo è risorto, a imprimere coraggio, audacia profetica e perseveranza ai martiri
di ogni epoca? Non è l’incontro con Gesù vivo a convertire e ad affascinare tanti
uomini e donne che fin dall’inizio del cristianesimo continuano a lasciare tutto per
seguirlo e mettere la propria vita a servizio del Vangelo?". (26 marzo 2008) Nel
tentativo della Maddalena di sfiorare Gesù fuori del sepolcro, e nella possibilità
offerta a Tommaso di accertarsi delle ferite inferte al Maestro, ci sono da due millenni
le mani protese di tutti quei battezzati per i quali l’epoca in cui vivono è sempre
il tempo migliore per parlare dell’amore di Cristo e le loro città i luoghi più adatti
dove far “toccare con mano” il bene che quell’amore opera: "Anche
noi, come Maria Maddalena, Tommaso e gli altri Apostoli, siamo chiamati ad essere
testimoni della morte e risurrezione di Cristo. Non possiamo conservare per noi la
grande notizia. Dobbiamo recarla al mondo intero: 'Abbiamo visto il Signore!'. Ci
aiuti la Vergine Maria a gustare pienamente la gioia pasquale, perché, sostenuti dalla
forza dello Spirito Santo, diventiamo capaci di diffonderla a nostra volta dovunque
viviamo ed operiamo".(11 aprile 2007)