Indonesia: i cristiani ricorrono in tribunale per costruire chiese
Sempre più comunità cristiane indonesiane ricorrono al tribunale amministrativo, per
vedersi riconosciuto il diritto di edificare chiese. Intanto nel Paese continuano
gli attacchi contro i fedeli: il 2 aprile scorso nel West Java una folla di estremisti
ha sospeso le celebrazioni del Venerdì Santo, cacciando circa 600 cattolici che gremivano
la chiesa parrocchiale di Saint John. L’iter per la costruzione di una chiesa in Indonesia
– cattolica o protestante – come per tutte le costruzioni è regolato dall’Izin Mendirikan
Bangunan (Imb), una sorta di delibera scritta delle autorità locali che permette l’apertura
di un cantiere. La vicenda si complica se si tratta di un luogo di culto cristiano:
oltre a richiedere anni, serve infatti il nulla osta di almeno 60 residenti nell’area
in cui viene costruito l’edificio e del gruppo per il dialogo interreligioso. Pur
disponendo delle autorizzazioni, spesso la costruzione viene interrotta e il permesso
revocato dietro pressioni dell’ala fondamentalista islamica ai governi locali, in
nome di un fanatismo religioso. Tuttavia, l’intervento del Pengadilan Tata Usaha Negara
(Ptun, il tribunale amministrativo) sblocca la controversia formulando un “accordo
di pace” e autorizza l’inizio dei lavori. L’ultimo caso riguarda la chiesa di Santa
Maria nella reggenza di Bandung, provincia di West Java. Il tribunale amministrativo
locale ha ribaltato la decisione del sindaco di Purwakarta, Dedy Mulyadi, che aveva
bloccato la costruzione del luogo di culto cattolico per le minacce degli estremisti
islamici. Il Ptun ha stabilito che il rilascio dell’Imb aveva seguito tutte le norme
di legge e ha autorizzato la riapertura del cantiere. Una decisione che mons. Johannes
Pujasumarta, vescovo di Bandung, ha accolto con gioia dichiarando ad AsiaNews che
“è frutto delle nostre incessanti preghiere”. Intanto anche nella Settimana Santa
si sono verificati attacchi contro i cristiani indonesiani. (R.P.)