2010-04-06 14:52:55

Catena di attentati a Baghdad: almeno 30 i morti


Dopo le sedi delle ambasciate, il terrorismo è tornato a colpire stamani a Baghdad con ben otto diversi attentati nei cuori residenziali della capitale irachena, uccidendo circa 30 persone e ferendone un centinaio. Le autorità irachene continuano a puntare il dito contro cellule di al Qaeda e del disciolto partito Baath. Fonti sanitarie parlano di 13 morti e 107 feriti, il Ministero dell'interno dal canto suo riferisce di 28 uccisi, ma il bilancio più grave è quello fornito dalla tv panaraba al Jazira: 34 morti. La maggior parte di questi sarebbero rimasti vittime delle sette forti esplosioni, causate da autobombe che hanno colpito quartieri nel nordovest della città e nel sud. Domenica scorsa, attacchi simili contro le ambasciate tedesca e iraniana e contro il Consolato egiziano avevano provocato la morte di oltre 40 persone e il ferimento di altre 200.

Chiusi per sicurezza gli uffici Onu in Pakistan per almeno due giorni
L'Onu ha annunciato oggi che per motivi di sicurezza i suoi uffici a Peshawar, in Pakistan, resteranno chiusi per almeno due giorni, all'indomani dell'attacco di kamikaze talebani contro il Consolato degli Stati Uniti, che causato la morte di almeno cinque militari e un poliziotto.

Karzai continua a lamentare l’ingerenza straniera nelle questioni afghane
Il presidente afghano, Hamid Karzai, avrebbe minacciato di “unirsi ai talebani” se dovessero continuare le interferenze straniere nella sua azione di governo. Lo hanno sostenuto parlamentari afghani che hanno partecipato con il capo dello Stato ad una riunione a porte chiuse domenicas corsa. Sebbene del discorso fatto non esista una versione ufficiale, fonti concordanti hanno riferito che Karzai ha detto che le continue interferenze dall'estero negli affari interni afghani “non fanno altro che rafforzare nell'opinione pubblica afghana l'idea che i talebani lottano contro un invasore straniero”. I parlamentari che hanno riferito l'episodio hanno concordato che l'ipotesi di “unirsi ai talebani” doveva essere vista come un'iperbole, ma che certamente essa rifletteva l'insoddisfazione da parte del capo dello Stato per gli ultimi sviluppi della politica statunitense nei confronti dell'Afghanistan.

In Gran Bretagna si voterà il 6 maggio
Le elezioni politiche in Gran Bretagna si terranno il 6 maggio. Il premier, Gordon Brown, ha dato l'annuncio fuori dalla porta del numero 10 di Downing Street, circondato dai suoi ministri. Poco prima era arrivato in auto da Buckingham Palace, dove la regina aveva accettato la sua richiesta di sciogliere il parlamento. “È il segreto peggio custodito degli ultimi anni, le elezioni si terranno il 6 maggio. La Regina ha gentilmente accettato la mia richiesta di scioglimento del parlamento – ha detto il primo ministro – La Gran Bretagna è sulla via della ripresa e non dobbiamo mettere a rischio questa ripresa. È l'ora delle grandi scelte, e io chiedo al popolo britannico un mandato forte e chiaro”. Brown ha anche sottolineato come la sua azione di governo sia ispirata dai valori di onestà e sacrificio che ha imparato nella sua famiglia di lavoratori: “Io non dimenticherò mai quei valori”.

Obama presenterà oggi la sua strategia nucleare
L'amministrazione Obama presenterà oggi ufficialmente la sua strategia nucleare. Il Congresso richiede ad ogni nuova amministrazione di presentare tale documento. Quello del presidente George W. Bush era stato reso pubblico nel 2002. Il discorso di Obama cadrà oggi a due giorni dalla firma a Praga del nuovo accordo START tra gli Stati Uniti e la Russia e a una settimana da un summit sulla non proliferazione nucleare. Intanto, la Russia torna a minacciare passi indietro in considerazione dello scudo antimissile americano. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
La Russia potrebbe uscire dal Trattato START se si sentirà minacciata dallo scudo antimissile americano. Lo afferma il ministro degli Esteri russo, Lavrov, a due giorni dalla firma del Trattato bilaterale sul disarmo. Torna dunque l’ombra dello scudo antimissile statunitense nei rinnovati rapporti tra Washington e Mosca. In ogni caso, c’è attesa per l’annuncio esplicito e circostanziato delle intenzioni di Barack Obama in tema di strategia nucleare. La Casa Bianca non ha dato anticipazioni. Il portavoce, Robert Gibbs, ha solo sottolineato che “la sicurezza nucleare è uno dei temi più importanti nella politica estera del presidente”. Un anno fa, Obama parlava a Praga di “un mondo senza armi nucleari”, ma sottolineando che la sua generazione non avrebbe fatto in tempo a vederlo. Dunque, un obiettivo alto e non troppo vicino ma verso il quale muoversi. E uno dei passi indicati allora era l’accordo bilaterale con la Russia, che aspetta di essere sottoscritto sempre a Praga in settimana. Quello che manca da chiarire è come gli Stati Uniti possano continuare su questa strada senza danneggiare il potere deterrente americano nei confronti di altre potenze nucleari o non. Altro interrogativo è se l’opzione nucleare possa essere lasciata aperta contro i nemici degli Stati Uniti che minaccino la sicurezza dell'America con armi biologiche o chimiche. La volontà espressa da Obama alcuni mesi fa all’Onu, nella sessione speciale del Consiglio di sicurezza dedicata alla non proliferazione nucleare, di fare comunque passi avanti può trovare concretezza nella Conferenza organizzata la prossima settimana: il 12 e 13 aprile a Washington si ritroveranno i leader di oltre 40 Paesi.

 
Almeno 25 i morti per l’esplosione nella miniera in West Virginia
Ed è di almeno 25 morti il bilancio provvisorio dell'esplosione in una miniera di carbone in West Virginia, negli Stati Uniti. Quattro minatori risultano ancora dispersi. Lo ha reso noto l'azienda proprietaria della miniera. L'incidente è il più grave negli Stati Uniti dal 1984.

Ancora alta la tensione in Thailandia
Una granata ha ferito due poliziotti a Bangkok davanti alla sede del Partito democratico del primo ministro Vejjajiva, durante una manifestazione dell'opposizione che chiede le dimissioni del governo thailandese. I dimostranti - sostenitori dell'ex premier Shinawatra - bloccano da quattro giorni una zona di Bangkok e minacciano di non deporre le armi fin quando il premier non avrà convocato nuove elezioni.

Corvetta sudcoreana, nessuna prova di coinvolgimento della Corea del Nord
Gli Stati Uniti ritengono che al momento non vi siano prove di un coinvolgimento della Corea del Nord nell'affondamento della corvetta sudcoreana, inabissatasi il 26 marzo nel Mar Giallo, a breve distanza dalle acque territoriali nordcoreane all'altezza del 38.mo parallelo. È quanto ha riferito oggi a Seul il generale Walter Sharp, comandante delle Forze statunitensi di stanza in Corea del Sud, ribadendo che “al momento non è stata rilevata alcuna attività inusuale” da parte della Corea del Nord in relazione all'incidente, né “alcuna prova” di un coinvolgimento diretto del regime comunista. Il bilancio dell’affondamento della corvetta da 1.200 tonnellate riferisce di un morto e 45 marinai ancora dati per dispersi.

Allarme catastrofe ambientale in Australia
In Australia, si lotta per evitare una catastrofe ambientale dopo che un cargo cinese con 65 mila tonnellate di carbone a bordo si è incagliato nella Grande barriera corallina e rischia di spezzarsi. Dal cargo sono già fuoriuscite circa quattro tonnellate di petrolio, formando una scia di 3 chilometri. “È una vergogna che questo carico fosse talmente fuori rotta”, ha detto il premier australiano, Kevin Rudd. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 96

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