Dopo le sedi delle ambasciate, il terrorismo è tornato a colpire stamani a Baghdad
con ben otto diversi attentati nei cuori residenziali della capitale irachena, uccidendo
circa 30 persone e ferendone un centinaio. Le autorità irachene continuano a puntare
il dito contro cellule di al Qaeda e del disciolto partito Baath. Fonti sanitarie
parlano di 13 morti e 107 feriti, il Ministero dell'interno dal canto suo riferisce
di 28 uccisi, ma il bilancio più grave è quello fornito dalla tv panaraba al Jazira:
34 morti. La maggior parte di questi sarebbero rimasti vittime delle sette forti esplosioni,
causate da autobombe che hanno colpito quartieri nel nordovest della città e nel sud.
Domenica scorsa, attacchi simili contro le ambasciate tedesca e iraniana e contro
il Consolato egiziano avevano provocato la morte di oltre 40 persone e il ferimento
di altre 200.
Chiusi per sicurezza gli uffici Onu in Pakistan per almeno
due giorni L'Onu ha annunciato oggi che per motivi di sicurezza i suoi uffici
a Peshawar, in Pakistan, resteranno chiusi per almeno due giorni, all'indomani dell'attacco
di kamikaze talebani contro il Consolato degli Stati Uniti, che causato la morte di
almeno cinque militari e un poliziotto.
Karzai continua a lamentare l’ingerenza
straniera nelle questioni afghane Il presidente afghano, Hamid Karzai, avrebbe
minacciato di “unirsi ai talebani” se dovessero continuare le interferenze straniere
nella sua azione di governo. Lo hanno sostenuto parlamentari afghani che hanno partecipato
con il capo dello Stato ad una riunione a porte chiuse domenicas corsa. Sebbene del
discorso fatto non esista una versione ufficiale, fonti concordanti hanno riferito
che Karzai ha detto che le continue interferenze dall'estero negli affari interni
afghani “non fanno altro che rafforzare nell'opinione pubblica afghana l'idea che
i talebani lottano contro un invasore straniero”. I parlamentari che hanno riferito
l'episodio hanno concordato che l'ipotesi di “unirsi ai talebani” doveva essere vista
come un'iperbole, ma che certamente essa rifletteva l'insoddisfazione da parte del
capo dello Stato per gli ultimi sviluppi della politica statunitense nei confronti
dell'Afghanistan.
In Gran Bretagna si voterà il 6 maggio Le elezioni
politiche in Gran Bretagna si terranno il 6 maggio. Il premier, Gordon Brown, ha dato
l'annuncio fuori dalla porta del numero 10 di Downing Street, circondato dai suoi
ministri. Poco prima era arrivato in auto da Buckingham Palace, dove la regina aveva
accettato la sua richiesta di sciogliere il parlamento. “È il segreto peggio custodito
degli ultimi anni, le elezioni si terranno il 6 maggio. La Regina ha gentilmente accettato
la mia richiesta di scioglimento del parlamento – ha detto il primo ministro – La
Gran Bretagna è sulla via della ripresa e non dobbiamo mettere a rischio questa ripresa.
È l'ora delle grandi scelte, e io chiedo al popolo britannico un mandato forte e chiaro”.
Brown ha anche sottolineato come la sua azione di governo sia ispirata dai valori
di onestà e sacrificio che ha imparato nella sua famiglia di lavoratori: “Io non dimenticherò
mai quei valori”.
Obama presenterà oggi la sua strategia nucleare L'amministrazione
Obama presenterà oggi ufficialmente la sua strategia nucleare. Il Congresso richiede
ad ogni nuova amministrazione di presentare tale documento. Quello del presidente
George W. Bush era stato reso pubblico nel 2002. Il discorso di Obama cadrà oggi a
due giorni dalla firma a Praga del nuovo accordo START tra gli Stati Uniti e la Russia
e a una settimana da un summit sulla non proliferazione nucleare. Intanto, la Russia
torna a minacciare passi indietro in considerazione dello scudo antimissile americano.
Il servizio di Fausta Speranza:
La
Russia potrebbe uscire dal Trattato START se si sentirà minacciata dallo scudo antimissile
americano. Lo afferma il ministro degli Esteri russo, Lavrov, a due giorni dalla firma
del Trattato bilaterale sul disarmo. Torna dunque l’ombra dello scudo antimissile
statunitense nei rinnovati rapporti tra Washington e Mosca. In ogni caso, c’è attesa
per l’annuncio esplicito e circostanziato delle intenzioni di Barack Obama in tema
di strategia nucleare. La Casa Bianca non ha dato anticipazioni. Il portavoce, Robert
Gibbs, ha solo sottolineato che “la sicurezza nucleare è uno dei temi più importanti
nella politica estera del presidente”. Un anno fa, Obama parlava a Praga di “un mondo
senza armi nucleari”, ma sottolineando che la sua generazione non avrebbe fatto in
tempo a vederlo. Dunque, un obiettivo alto e non troppo vicino ma verso il quale muoversi.
E uno dei passi indicati allora era l’accordo bilaterale con la Russia, che aspetta
di essere sottoscritto sempre a Praga in settimana. Quello che manca da chiarire è
come gli Stati Uniti possano continuare su questa strada senza danneggiare il potere
deterrente americano nei confronti di altre potenze nucleari o non. Altro interrogativo
è se l’opzione nucleare possa essere lasciata aperta contro i nemici degli Stati Uniti
che minaccino la sicurezza dell'America con armi biologiche o chimiche. La volontà
espressa da Obama alcuni mesi fa all’Onu, nella sessione speciale del Consiglio di
sicurezza dedicata alla non proliferazione nucleare, di fare comunque passi avanti
può trovare concretezza nella Conferenza organizzata la prossima settimana: il 12
e 13 aprile a Washington si ritroveranno i leader di oltre 40 Paesi.
Almeno
25 i morti per l’esplosione nella miniera in West Virginia Ed è di almeno 25
morti il bilancio provvisorio dell'esplosione in una miniera di carbone in West Virginia,
negli Stati Uniti. Quattro minatori risultano ancora dispersi. Lo ha reso noto l'azienda
proprietaria della miniera. L'incidente è il più grave negli Stati Uniti dal 1984.
Ancora
alta la tensione in Thailandia Una granata ha ferito due poliziotti a Bangkok
davanti alla sede del Partito democratico del primo ministro Vejjajiva, durante una
manifestazione dell'opposizione che chiede le dimissioni del governo thailandese.
I dimostranti - sostenitori dell'ex premier Shinawatra - bloccano da quattro giorni
una zona di Bangkok e minacciano di non deporre le armi fin quando il premier non
avrà convocato nuove elezioni.
Corvetta sudcoreana, nessuna prova di coinvolgimento
della Corea del Nord Gli Stati Uniti ritengono che al momento non vi siano
prove di un coinvolgimento della Corea del Nord nell'affondamento della corvetta sudcoreana,
inabissatasi il 26 marzo nel Mar Giallo, a breve distanza dalle acque territoriali
nordcoreane all'altezza del 38.mo parallelo. È quanto ha riferito oggi a Seul il generale
Walter Sharp, comandante delle Forze statunitensi di stanza in Corea del Sud, ribadendo
che “al momento non è stata rilevata alcuna attività inusuale” da parte della Corea
del Nord in relazione all'incidente, né “alcuna prova” di un coinvolgimento diretto
del regime comunista. Il bilancio dell’affondamento della corvetta da 1.200 tonnellate
riferisce di un morto e 45 marinai ancora dati per dispersi.
Allarme catastrofe
ambientale in Australia In Australia, si lotta per evitare una catastrofe ambientale
dopo che un cargo cinese con 65 mila tonnellate di carbone a bordo si è incagliato
nella Grande barriera corallina e rischia di spezzarsi. Dal cargo sono già fuoriuscite
circa quattro tonnellate di petrolio, formando una scia di 3 chilometri. “È una vergogna
che questo carico fosse talmente fuori rotta”, ha detto il premier australiano, Kevin
Rudd. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 96 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.