2010-04-04 13:49:21

Uno sguardo alle terre martoriate da violenze o disastri naturali: interviste a missionari in alcune di queste terre, a partire dall'Iraq


La Pasqua in Iraq è fonte di speranza anche per la rinascita di un Paese, da anni sconvolto da violenze e instabilità. Grandi attese sono riposte, in particolare, nel nuovo governo iracheno dopo le elezioni legislative tenutesi lo scorso 7 marzo. I cristiani iracheni sono pieni di speranza, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni:RealAudioMP3



R. – Senza la speranza non avremmo potuto resistere finora, in questa nazione, dove la guerra è molto frequente, dove gli atti terroristici sono numerosi. Quindi questa Pasqua è una buona medicina per le nostre ferite.

 

D. – Si possono comunque cogliere anche segnali di miglioramento per i cristiani, nonostante i continui attacchi?

 

R. – Un miglioramento si vede, però non sappiamo cosa succederà. Senza un governo forte, la nostra situazione è molto difficile. Per questo dobbiamo avere questa speranza nel Signore. Che il Signore ci dia la forza di vivere la sua Risurrezione! I nostri cuori e le nostre menti sono rivolti sempre a Lui, che è stato trafitto sulla croce e poi è veramente risuscitato dai morti.

 

D. – In vista del prossimo inizio del nuovo corso politico in Iraq, ci sono anche le premesse per un’autentica pace nel Paese?

 

R. – Se si allontanano per il bene dell’Iraq le fazioni dei partiti e delle etnie, avremo speranza per un miglioramento. Ma se si continuano ad usare gli stessi mezzi del passato, non avremo fatto niente. Speriamo che tutti abbiano imparato la grande lezione da ciò che è emerso nel passato, per vivere meglio in futuro.

 

D. – Quali immagini, quali storie rappresentano simbolicamente la Pasqua in Iraq?

 

R. – Più di un mese fa sono stati assassinati un papà e due giovani ragazzi, che erano i fratelli di un sacerdote. Questo presbitero è pieno di speranza. Un altro esempio potrebbe essere il presule Paulos Faraj Raho, rapito e poi ucciso. Speriamo che il loro sangue gridi al cielo e chieda la misericordia di Dio per poter dare saggezza ai governanti di questo Paese povero, perché anche questa gente possa vivere una vita decente.








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